Spettacolari nubi Mammatus fotografate il temporale a Springfield: vediamo in dettaglio cosa sono e come si formano.
Nubi Mammatus: spettacolo dopo il temporale a Springfield – 18 marzo 2016 – Nonostante si tratti di un fenomeno assolutamente non raro, poter osservare nei cieli, come successo a Springfield nella giornata di ieri, giovedì 17 marzo, nuvole mammatus ben definite e anche scenografiche non è certamente facile. Ma cosa sono esattamente queste nuvole così particolari e come si formano? Come mai hanno questa tipica forma a “sacchetto”? Come prima cosa, una condizione necessaria (ma non sufficiente) per vedere dei mammatus è la presenza di un temporale, anche particolarmente intenso. […]
E’ necessario infatti per la formazione dei mammatus che arrivi una gran quantità d’acqua negli strati più alti della troposfera, che è la zona dell’atmosfera in cui viviamo, in modo che questa possa trasformarsi da vapore in cristalli di ghiaccio, per via delle temperature ben al di sotto dello zero. Una volta che il temporale inizia ad esaurirsi, sulla sua incudine, che altro non è che lo strato di nubi alte che si estende verso l’esterno dalla colonna dove si genera il temporale stesso, i piccoli cristalli di ghiaccio che si sono formati iniziano a precipitare verso il basso a causa del loro peso: appena abbandonata la nube trovano però aria fredda e secca la quale è ostile alla loro sopravvivenza, facendo in modo che i cristalli sublimino subito, ovvero che passino direttamente dallo stato solido a quello di vapore, facendoli tornare a salire verso l’alto. […]
Questo movimento prima di caduta e poi di risalita conferisce alle nubi mammatus la tipica forma a “sacchetto”, con questo movimento che si ripete con una certa simmetria dando all’incudine questa forma “morbida”. Inoltre è necessario affinchè compaiano i mammatus che ad alta quota non ci sia troppo vento, altrimenti l’incudine rischia di sfilacciarsi rapidamente senza dar tempo ai cristalli di ghiaccio di precipitare e sublimare.
a cura di Martina Rampoldi