ShishaPangma, la storia dell’ultimo ottomila che rimane a Nirmal Purja

Le grandi avventure dell’unico 8000 interamente in territorio cinese ed ultimo ad essere conquistato

Lo ShishaPagnma - Foto Instagram Bernard Orcel
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La storia dello ShishaPangma, 350 ascensioni: le più rilevanti

Lo Shisha Pagma (8.027m), in indù Gosainthan (dimora di Dio) , è il più basso dei 14 ottomila. E’ l’ultimo ottomila che è stato conquistato, non a causa della sua difficoltà bensì per via delle restrizioni politiche imposte dal Governo Cinese sul territorio del Tibet che vietavano l’accesso agli stranieri.

La prima spedizione che raggiunse la vetta, infatti, fu interamente cinese. Era il 2 maggio del 1964 quando, lungo il versante nord-est, arrivarono in vetta Xu Jing (capospedizione), Zhāng Jùnyán, Wáng Fùzhōu, Wū Zōngyuè, Chén Sān, Soinam Dorjê (Suǒnán Duōjí), Chéng Tiānliàng, Migmar Zhaxi (Mǐmǎ Zháxī), Dorjê (Duōjí) e Yún Dēng.  Dovettero passare 16 anni per aspettare la seconda salita di un team tedesco nel 1980.

Messner e Mutschlechner aprirono una nuova via nel 1981 sempre sul versante nord. La difficilissima parete Sud fu conquistata un anno dopo da una spedizione inglese composta da Doug Scott e Alex MacIntyre. Di rilievo anche l’apertura di una via nel 1987 sul versante ovest ad opera dei polacchi Artur Hajzer e Jerzy Kukuczka. Anche Wielecki ha aperto una nuova via sul colosso Cinese nel 1993 come Ueli Steck in velocità nel 2011.

La prima salita invernale fu compiuta da Simone Moro e Piotr Morawski il 14 gennaio del 2005 lungo una cresta sul versante sud, via che era già stata percorsa in passato da una cordata slovena, ed una con l’italiano Marco Bianchi. Anche se non propriamente un invernale, il francese Lafaille raggiunse in solitaria la cima nel dicembre del 2004 attraverso una nuova via dal versante sud.

La prima ascesa femminile, manco a dirlo, fu compiuta dalla giapponese Junko Tabei nel 1981.

In tempi recenti Hervè Barmasse con Gottler, che a breve tenterà la traversata delle tre cime dello Chamalang, era arrivato a pochi metri dalla vetta attraverso la difficile parete sud. Ha rinunciato per l’estrema pericolosità degli ultimi metri.

Oltre 31 morti sullo ShishaPangma

Lo ShishaPangma è stato palcoscenico di molte disgrazie, motivo per cui il governo cinese è ora restio a rilasciare permessi di scalata. Su 350 salite effettuate ci sono stati 31 morti. L’ultimo è il bulgaro Bojan Petrov l’anno scorso, ma nel 2018 molte operazioni di salvataggio sono state portate a termine.

Altre disgrazie nel 1999 quando scomparvero Alex Lowe e David Bridges. Nel 2014 sono morti Sebastian Haag e Andrea Zambaldi, travolti da una valanga. Nel 2016 due membri di una spedizione commerciale sono morti per l’apertura di un crepaccio. Nel 2009 è morto l’italiano Roberto Piantoni.


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La via di salita da nord – Si arriva al Campo base in macchina

Lo Shisha Pangma è molto “facile" dal punto di vista logistico. É l’unico ottomila dove il campo base del versante nord a 5000m, la via normale di salita, è raggiungibile con la Jeep.

Tuttavia non è sicuramente il più semplice da scalare, specialmente per la sua difficile parte finale. La maggior parte degli alpinisti che decidono di affrontare questa montagna si ferma sulla sua Central Summit a 8008m, tralasciando la parte più complicata e quegli ultimi 20 metri che portano alla Main Summit lungo una difficilissima cresta. Ci vogliono quasi 2 ore per intraprenderla. Ne sa qualcosa Ed Vistorius che è dovuto ritornare a scalarlo.

La via normale di salita è da nord ed è sicuramente quella che tenterà Nirmal Purja, giunto ieri al campo base con il suo team. Di solito vengono fatti 3 campi più un campo base avanzato a 5600m. Nims probabilmente ne metterà uno di meno. Fino a campo 3 non ci sono particolari difficoltà alpinistiche.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.