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Mercoledì 13 Novembre
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La piaga del Riscaldamento globale potrebbe essere più grave in base a nuove misurazioni satellitari

Secondo nuovi modelli di studio, le temperature del mare e della troposfera potrebbero essere più elevate di quanto pensassimo

La piaga del Riscaldamento globale potrebbe essere più grave in base a nuove misurazioni satellitari
Riscaldamento globale (foto: Pixabay)

Le nuove misure satellitari basate su nuovi studi su modelli climatici hanno evidenziato valori più alti delle temperature dei mari e della troposfera

Il riscaldamento globale potrebbe essere ben più serio di quanto pensassimo. Secondo un nuovo studio basato su misurazioni satellitari gli scienziati avrebbero sottovalutato il reale riscaldamento dell’atmosfera negli ultimi 40 anni. Le equazioni fisiche di base regolano la relazione tra temperatura e umidità nell’aria, ma molte misurazioni di temperatura e umidità utilizzate nei modelli climatici, secondo questo studio, sarebbero in aperto contrasto con questa relazione. In pratica le misurazioni satellitari della troposfera hanno sottovalutato la sua temperatura o sovrastimato la sua umidità, ha detto in una dichiarazione il leader dello studio Ben Santer, scienziato del clima presso il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) in California.

La tesi del dottor Santer

Attualmente è difficile determinare quale interpretazione sia più credibile“, ha detto Santer. “Ma la nostra analisi rivela che diversi set di dati osservativi, in particolare quelli con i valori più piccoli di riscaldamento della superficie oceanica e riscaldamento troposferico, sembrano essere in contrasto con altre variabili complementari misurate in modo indipendente“. Per variabili complementari si intende quell quelle che hanno una relazione fisica tra loro. Santer e la sua equipe di collaboratori hanno effettuato un confronto tra i quattro diversi rapporti di proprietà climatiche. Il confronto è stato effettuato tra la temperatura della superficie del mare tropicale e il vapore acqueo tropicale, tra la temperatura della troposfera inferiore e il vapore acqueo tropicale, tra la temperatura della troposfera media e superiore e il vapore acqueo tropicale e infine tra la temperatura della media e alta troposfera e la temperatura della superficie del mare tropicale.

Le possibili spiegazioni

Applicando le comuni leggi fisiche che regolano l’umidità e il calore si evince che ci vuole più energia per riscaldare l’aria umida rispetto all’aria secca, perché l’acqua aspira il calore in modo efficiente. L’aria più calda può anche trattenere più umidità rispetto a quella più fresca. Ecco perchè si spiega il fenomeno della rugiada nelle prime ore del mattino. Poiché l’aria si raffredda durante la notte, perde acqua. Stando a quanto emerso dal nuovo studio le osservazioni satellitari non si sono attenute a queste regole apparentemente ben definite. Invece, rientrano in un ampio intervallo, a seconda del set di dati utilizzato dai ricercatori. Ciò potrebbe significare che alcuni set di dati, quelli che si adattano meglio alle regole fisiche che governano l’umidità e il calore, sono più accurati di altri. CONTINUA A LEGGERE…

Serviranno nuovi modelli per avere dati più attendibili

La ricerca ha dimostrato che le regole per il vapore acqueo e i rapporti di temperatura dimostrerebbero che la temperatura della superficie del mare e della troposfera sarebbero molto più alte rispetto a quelle evidenziate. L’impiego dei modelli per testare la fattibilità delle osservazioni nel mondo reale può aiutare i ricercatori a tenere traccia del riscaldamento storico con maggiore precisione. In questo modo sarà possibile avere a disposizione, in futuro, dei dati sicuramente molto più attendibili sulla reale temperatura.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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