Per scoprire civiltà aliene intelligenti dovremmo affidarci alle tecnofirme
Per scovare tracce di eventuale vita extraterrestre gli scienziati si affidano a metodi di osservazione dalla Terra, ovvero tramite i nostri telescopi terrestri e orbitanti. Tra gli indizi che possono indicare la presenza di vita intelligente nello spazio ci sono le cosiddette tecnofirme: come riporta Notiziescientifiche.it, una classica tecnofirma è la cosiddetta sfera di Dyson, che potrebbe per l’appunto indicare la presenza di una tecnologia sfruttata da una civiltà extraterrestre. Leggi anche Individuata la più antica galassia a spirale grazie al telescopio Array
Cosa potrebbe indicarci la presenza di una civiltà aliena
Se trovassimo una stella con un livello di luminosità anormale, intermittente ad esempio, questo indicherebbe la presenza di una struttura che la circonda, anche parzialmente, per sfruttare al massimo la sua energia: in quel caso ci troveremmo per l’appunto di fronte ad uno strumento costruito evidentemente da una civiltà extraterrestre. In realtà le tecnofirme sono tante, anche più fattibili e meno fantascientifiche, almeno in base al nostro punto di vista. Leggi anche Tracce d’acqua in un meteorite caduto sulla Terra: la novità sull’origine del Sistema Solare
Vanno cercate megacostellazioni di piccoli satelliti
Secondo Zaza Osmanov, fisico del Laboratorio di Astrofisica Nazionale Georgiano, che ha pubblicato un nuovo studio apparso su arXiv, tra le tecnofirme potrebbero esserci anche le megacostellazioni di piccoli satelliti (come la rete di satelliti Starlink realizzata da SpaceX, per intenderci): altre civiltà, infatti, potrebbero aver avuto la stessa idea degli esseri umani, magari in modalità ancora più grandi e generose. E già oggi queste strutture potrebbero essere visibili dalla Terra. Leggi anche Eclissi lunare totale, mercoledì 26 maggio potremo ammirare la Superluna dei Fiori
Possiamo affidarci al Very Large Telescope in Cile
Tra gli strumenti in grado di osservare eventuali megacostellazioni di satelliti c’è il Very Large Telescope in Cile: questo telescopio, secondo lo scienziato, potrebbe essere in grado di osservare strutture del genere fino a 280 anni luce di distanza. Si tratta di una distanza che comprende un migliaio di stelle simili al sole, che quindi potrebbero ospitare la vita come la conosciamo. Con gli strumenti che abbiamo, infatti, la ricerca di vita dovrebbe concentrarsi principalmente su eventuali civiltà tecnologicamente molto più avanzate della nostra.
I metodi da utilizzare
Una civiltà tecnologicamente molto più avanzata della nostra non dovrebbe avere problemi a costruire una rete di satelliti o megastrutture fatte di oggetti orbitanti intorno al proprio pianeta: queste strutture potrebbero, quindi, già essere individuate da noi. Magari con il metodo della variabilità spettrale; altro metodo potrebbe essere quello del rilevamento delle emissioni radio operanti sulla frequenza degli atomi di idrogeni: in tal senso potrebbe risultare utile il radiotelescopio FAST, il più grande e sensibile del mondo.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.