Astronomi scoprono una stella invisibile: come sono riusciti a individuarla
Lo strano comportamento di Gaia16aye ha portato gli scienziati alla scoperta di una nuova stella praticamente invisibile
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Astronomi scoprono una stella invisibile: come sono riusciti a individuarla
Gli scienziati, in seguito all’osservazione di una stella dal comportamento insolito nella Costellazione del Cigno, hanno scoperto un sistema binario composto da stelle quasi invisibili. È quanto si legge su Scienzenotizie.it, che riporta lo studio realizzato grazie ad una serie di cinquanta telescopi nell’ambito del programma PREPA dell’Agenzia spaziale europea.
Il tutto grazie allo strano comportamento di Gaia16aye
Ad apparire strano è stato il comportamento della stella Gaia16aye, la cui luminosità è crollata ed è poi scomparsa quasi del tutto. La soluzione al dilemma è arrivata grazie a ricerche più approfondite: in realtà l’oscuramento è avvenuto a causa di un altro corpo celeste, posizionato tra la Terra e la stella, che stava deformando il tessuto spazio tempo.
Quanto dista la stella invisibile?
Il misterioso oggetto è in realtà una stella binaria che si trova ad una distanza di 2.544 anni luce caratterizzata da una luminosità talmente scarsa da apparire quasi del tutto invisibile.
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Come si è arrivati alla scoperta
L’osservazione è durata 500 giorni e durante questo periodo, come spiega Lukasz Wyrzykowski, autore della ricerca, la stella è diventata luminosa e ha perso gran parte della sua luminosità per ben cinque volte. Proprio questi cambiamenti improvvisi lasciavano intendere che ci fosse un oggetto a fungere da lente gravitazionale (un fenomeno predetto da Albert Einstein), interponendosi tra la sorgente luminosa, in questo caso Gaia16aye, e i telescopi.
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Quali possibili risvolti?
Gli scienziati non sono stati in grado di vedere il sistema binario, ma in base agli effetti osservati è stato possibile individuarne la massa, pari a – 0,57 e 0,36 quella del Sole e la distanza che le separa, pari al doppio della distanza tra la Terra e il Sole. Gli autori dello studio sperano che questa scoperta possa aiutarli anche per quanto riguarda l’individuazione di possibili buchi neri nascosti. Al momento conosciamo solo alcune decine di buchi neri, che riusciamo ad individuare solo quando interagiscono con altri oggetti circostanti.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.
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