Bagliore unico e mai visto prima: la scoperta dell’Università di Manchester, di cosa si tratta?
Un bagliore “unico e mai visto prima”: è così che, come si legge su Notiziescientifiche.it, l’Università di Manchester ha definito la nuova scoperta effettuata da un gruppo di scienziati grazie al radiotelescopio MeerKAT.
L’evento è considerato transitorio: ecco perché
Il radiotelescopio MeerKAT si trova in Sudafrica è ha individuato una fonte di emissioni radio che si è rapidamente illuminata ad un livello fuori dal comune per un periodo di tre settimane. L’evento in questione è considerato transitorio: si definiscono così quando la fonte emettitrice appare e poi scompare, oppure diventa più luminosa e poi più debole per periodi di tempo che si possono calcolare in secondi, giorni o addirittura anni.
Ancora incerti i componenti e la causa del bagliore
La fonte in questione, come spiegano i ricercatori, arriva da un sistema binario di due oggetti che orbitano uno intorno all’altro ogni 22 giorni. I componenti di questo sistema binario, però, sono ancora incerti, così come è incerta la causa del bagliore anomalo individuato.
Le parole dell’esperta
Si sa, invece, che la fonte si trova nei pressi di una stella subgigante di tipo K con una massa due volte quella del sole e in passato individuata nella costellazione dell’Altare. Queste le parole di Laura Driessen, ricercatrice dell’Università di Manchester a capo del team che ha pubblicato la scoperta su Monthly Monthly of the Royal Astronomical Society: “Una volta scoperto che i bagliori coincidevano con una stella, abbiamo scoperto che la stella emette attraverso quasi l’intero spettro elettromagnetico dai raggi X alle lunghezze d’onda dei raggi UV e radio”.
Nuova classe di oggetti sconosciuta finora?
Ben Stapper, ricercatore della stessa università che ha partecipato allo studio, crede che potremmo ritrovarci di fronte ad una nuova classe di oggetti emettitori di onde radio nuova e sconosciuta finora: le proprietà di questo oggetto, infatti, non coincidono con quelle dei modelli di cui siamo attualmente a conoscenza. Potrebbe trattarsi, quindi, di una scoperta storica, destinata ad incidere non solo per il futuro ma anche su quanto sappiamo finora.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.