Il boato avvertito in Toscana
Il boato avvertito in Toscana ieri, ma soprattutto sulla costa, è stato scambiato per un terremoto da molto utenti social, ma l’ingv non aveva segnalato nulla. In realtà non c’era nulla da segnalare. Stanno arrivando le prime spiegazioni scientifiche relativo al boato che è stato individuato all’isola d’Elba. Ecco cosa affermano gli esperti.
Cosa ha detto l’Istituto Geofisico toscano
Secondo l’Istituto Geofisico toscano, come riporta Fanpage.it, il boato sarebbe derivato da un frammento di asteroide disintegratosi nell’atmosfera terrestre che ha generato una grande quantità di energia. A confermarlo è Marco Morelli, direttore della Fondazione Parsec che gestisce tra l’altro anche l’istiuto Geofisico toscano e il Museo italiano di scienze planetarie. Secondo Morelli, frantumandosi completamente l’asteroide potrebbe aver perso in mare al largo della Toscana, qualche pezzettino di roccia extraterrestre. Sui social, i residenti hanno riferito di case che tremavano e vetri scossi dal fragore. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha commentato dopo circa 20 minuti dall’accaduto quanto avvertito. “Una scossa di terremoto all’Elba” aveva scritto su Telegram, ma in tanti hanno fatto presente che l’Ingv non aveva riportato alcun sisma. Dopo un po’, Giani ha ritrattato. Nessun sisma o bang sonico come si era pensato in un secondo momento. La spiegazione è arrivata dalla fonte dell’Istituto Geofisico toscano, che ha incrociato i dati con quelli dell’Ingv e dell’università di Firenze. Alle 16:29 di ieri, 20 giugno, la stazione sismo-acustica installata al campo sportivo di Secchetto, a Campo nell’Elba, ha un registrato un segnale sismo acustico fortissimo, secondo quanto rilevato nel report.
La spiegazione del boato
La causa del forte boato che si è sentito, è stato l’impatto del bolide con l’atmosfera. I calcoli hanno individuato la sorgente del segnale a sud dell’Isola di Montecristo. Il segnale rilevato dall’Elba è dieci volte maggiore rispetto agli eventi registrati in precedenza e il rilascio di energia generato dall’impatto del bolide con l’atmosfera sarebbe stato rilevato perfino in Valle d’Aosta.
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