Buco nero circondato da materia: l’eccezionale scoperta
Una scoperta, che possiamo definire incredibile, è stata compiuta di recente da un team internazionale di scienziati guidati da Stefano Bianchi, ricercatore dell’Università degli Studi Roma: c’è un buco nero, come si legge su Sky Tg24, attorno al quale ruota un disco di materia che non dovrebbe esserci.
La scoperta è avvenuta grazie ad Hubble
La scoperta è avvenuta grazie alle riprese del telescopio Hubble: questo buco nero si trova al centro della galassia NGC 3147, distante 130 milioni di anni luce dalla Terra ed è caratterizzata da bassa luminosità.
Perché questa scoperta ha dell’incredibile?
Perché questa scoperta è eccezionale? Questo perché, come si legge su Ilgiornale.it, un buco nero è a tutti gli effetti un corpo celeste con un campo gravitazionale così potente da riuscire a risucchiare la materia e la radiazione elettromagnetica che arrivano a lambire l’orizzonte degli eventi. Nulla può uscire all’estero e non si sa cosa accada al loro interno. L’origine di questi corpi non è ancora del tutto nota.
I ricercatori sono increduli
Il buco nero individuato ha lasciato i ricercatori increduli: oggetti simili in galassie come NGC 3147, infatti, non hanno attorno a loro sufficiente materia da inghiottire e questo li rende perennemente affamati. Non è chiaro, quindi, come questa materia possa orbitare intorno al buco nero in questione senza essere inghiottita. Il disco di materiale, inoltre, non è mai piatto: si gonfia e si sgonfia. Quello osservato è un buco nero supermassivo, ovvero pari a 250 milioni di masse solari, che non aveva – in linea teorica – possibilità di accrescimento, data la scarsità di materia circostante.
Ora sarà messa alla prova anche la teoria della relatività di Einstein?
Secondo Marco Chiaberge, studioso dello Space Telescope Scienze Istitute e della Johns Hopkins University, ora l’intenzione è quella di studiare l’interazione tra gravità, materia e radiazione elettromagnetica nel buco nero: in questo modo sarà possibile anche mettere alla prova la teoria della relatività di Einstein. I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati sulla rivista di settore Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.