Creato un nuovo dispositivo per cercare vita nello spazio
Nuovo importante passo verso la ricerca di vita aliena, con la creazione di un dispositivo capace di rilevare la vita vegetale dal modo in cui essa riflette la luce: si tratta, infatti – secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it” – di un “firma” che non può essere confusa con quella di materiali abiotici come ad esempio le rocce. Tale dispositivo potrebbe essere equipaggiato su sonde spaziali per ricercare vita aliena su mondi lontani.
C’è vita nello spazio? Ecco come si chiama lo strumento per ricercarla
Dunque, si continua a ricercare forme di vita aliena nello spazio e per raggiungere questo ambizioso obiettivo, secondo quanto è possibile leggere su “Scienza.fanpage.it“, è stato creato un dispositivo che si chiama “Spettropolarimetro TreePol”. Quest’ultimo è stato sottoposto a molte revisioni da parte del suo creatore che si chiama Lucas Patty ed è un biologo dell’Università Vrije di Amsterdam.
C’è vita nello spazio? Anni di lavoro per creare il dispositivo che la cercherà
Secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it“, il ricercatore dell’ateneo olandese iniziò a sviluppare questa nuova tecnologia nel 2015. Patty provò a testare questo nuovo dispositivo negli ambienti esterni al suo ateneo e si rese conto che non era in grado di “intercettare” il verde del campo sportivo. A quel punto fu assalito dal dubbio che il dispositivo che aveva costruito non funzionasse, ma ben presto si rese conto che il prato da gioco era ricoperto da erba sintetica: per questo motivo, dunque, aveva la certezza che la strada seguita fino a quel momento era quella giusta.
Come funziona il dispositivo che dovrà ricercare vita nello spazio?
Dopo un ulteriore perfezionamento, lo spettropolarimetro TreePol è in grado di individuare la vita vegetale anche a chilometri di distanza. La domanda che, però, non possiamo fare a meno di porci è la seguente: come funziona esattamente? Il segreto, secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it” risiede nella chiralità che negli organismi biologici consente di far riflettere la luce in modo specifico, generando una polarizzazione circolare. Dunque, è proprio questa la firma che il nuovo dispositivo creato da Patty riesce ad individuare.
Il nuovo dispositivo creato da Patty potrà essere utilizzato anche in altro modo
Una volta che questa nuova tecnologia sarà perfezionata in maniera definitiva potrà essere installata sulle sonde che a loro volta saranno inviate sui pianeti extrasolari lontani, con l’obiettivo di stabilire la presenza o meno di organismi biologici in tutta sicurezza dall’orbita. Inoltre, va sottolineato come – secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it” – questo strumento non solo possa rivelarsi utile per individuare presenze di vita extraterrestre nello spazio, ma potrebbe rivelarsi anche un ottimo strumento da remoto per monitorare la vegetazione presente sulla Terra. Secondo Patty e i suoi colleghi, infatti, tale strumento potrebbe essere utilizzato per osservare dall’alto i terreni agricoli o le foreste, oltre che a tenere sotto controllo gli effetti dell’urbanizzazione.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.