La Nasa vuole tornare sulla Luna entro dieci anni e punta lo sbarco su Marte
Lo sbarco sulla Luna del 1969 è il passato. Quello del 2030 è il futuro. Questo è quanto traspare dagli obiettivi della Nasa, l’agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d’America, che sta lavorando senza sosta alla prossima missione lunare: secondo fonti americane, e stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano, l’obiettivo è sbarcare per la seconda volta sul nostro satellite e piantare un’altra bandiera. Ma non solo, nelle intenzioni degli ingegneri Nasa c’è molto di più…
Il piano della Nasa anno per anno
“Sbarcare sulla Luna entro dieci anni – ha spiegato l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine a margine della conferenza stampa #Moon2Mars tenutasi al Kennedy Space Center (Orlando, Florida) – è il terreno di prova. Ci stiamo preparando per qualcosa di più grande: arrivare su Marte! Lander e robot faranno da apripista e insieme permetteranno di fare scienza su tutta la superficie lunare. Abbiamo a disposizione un budget di 21 miliardi di dollari, uno dei più grandi mai avuti per missioni spaziali”. Una missione, quella della Nasa del fatidico e attesissimo sbarco su Marte, difficile ma affatto impossibile. Ma prima di Marte c’è da rimettere piede sulla Luna e iniziare a studiare il territorio. Da cosa si partirà?
Dalla costruzione di Gateway, una stazione spaziale orbitante che permetterà di studiare lo spazio profondo: dopo la realizzazione di Gateway (nel 2022) la prima missione dimostrativa sarà attuata nel 2024, anno in cui dovrebbe venir testata la capacità di discesa di Gateway sulla superficie lunare. Nel 2026, poi, la seconda missione in cui verrà sperimentato il sistema realizzato sulla superficie lunare prima dell’arrivo degli astronauti. Nel 2028, infine, gli astronauti selezionati saranno trasportati da Gateway sulla Luna, dove rimarranno per una settimana. E Marte? L’obiettivo, subito dopo la Luna, è arrivare sul misterioso pianeta rosso e portare sulla Terra un campione di esso. Saranno anni di lavoro ininterrotto e, se tutto andrà bene, di rivoluzionarie scoperte astronomiche.
L’Italia farà parte della missione? Parla Piero Benvenuti
Il commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Piero Benvenuti ha spiegato all’Ansa che l’Italia ha tutti i presupposti per collaborare all’impresa perché con la sua industria ha praticamente il monopolio della costruzione dei moduli abitativi della Stazione Spaziale Internazionale. Il piano della Nasa prevede la costruzione di una stazione orbitale attorno alla Luna dalla quale partiranno le navette riutilizzabili, che porteranno gli astronauti sulla superficie lunare.
Coinvolti anche Europa, Russia, Giappone e Canada?
La costruzione dovrebbe coinvolgere gli stessi partner dell’attuale Stazione Spaziale. Si tratta delle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa), Russia (Roscosmos), Giappone (Jaxa) e Canada (Csa). Benvenuti ha spiegato che sarà più semplice scendere sulla superficie lunare e risalire perché c’è bisogno di meno potenza e quindi meno carburante rispetto ad un veicolo che deve andare dalla Terra alla Luna e viceversa. Lo scopo di tornare sulla Luna sarebbe soprattutto quello di testare la costruzione di una base, in vista della missione per Marte.
Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.