Come trovare tracce di vita sugli altri pianeti?
Da anni, specialmente nell’era moderna e con lo sviluppo della tecnologia, gli astronomi sono impegnati nella ricerca di altre forme di vita nello spazio. Non è stato ancora brevettato alcun metodo universale per scovare ET negli altri pianeti della Via Lattea, ma come riportato da MeteoWeb.eu il brillante ricercatore Zifan Lin ha ideato un sistema speciale che potrebbe fare la differenza.
Il sistema di Zifan Lin
Zifan Lin, ricercatore della Cornell University (New York, USA), ha creato alcuni modelli e scenari spettrali ad alta risoluzione per due esopianeti del nostro Sistema Solare che potrebbero ospitare la vita come la Terra: Proxima b e Trappist-1e. In poche parole lo scienziato ha generato una guida spettrale di campo dai cui dati si può riconoscere presenza di acqua, ossigeno, metano o altre sostanze rilevanti. E magari anche gli alieni…
Le parole dell’esperto
“Per indagare se ci sono segni di vita su altri mondi – ha affermato Lin, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista “Monthly of the Royal Astronomical Society” – è molto importante capire i segni di vita che si manifestano nella leggera impronta digitale di un pianeta. Nel prossimo futuro vedremo l’atmosfera di questi mondi con nuovi e sofisticati telescopi terrestri, che ci consentiranno di esplorare il clima dell’esopianeta e di individuare il suo biota”. “Zifan ha generato un database – ha aggiunto Lisa Kaltenegger, professore associato di astronomia e direttore della Cornell University – per leggere le impronte digitali di questi mondi e individuare così eventuali tracce che possano ricondurre alla vita”.
Una mini Luna si schianta nel deserto
Incredibilmente suggestivo il fenomeno astronomico individuato nei giorni scorsi da alcuni osservatori: come riportato dalla rivista Astronomical, essi hanno rilevato uno strano corpo celeste orbitare intorno alla Terra per poi schiantarsi proprio sul nostro pianeta!
Dove è stata avvistata e cosa è successo
Ad avvistare una mini Luna a palla di fuoco è stato un team di ricercatori che si è basato sui dati del Desert Fireball Network australiano, un fitto sistema di telecamere che intercetta ogni oggetto in avvicinamento alla Terra. I risultati di questo database hanno mostrato che questo piccolo corpo celeste (denominato DN160822_03) ha orbitato per un periodo di tempo intorno al pianeta per poi crollare nel deserto dell’Australia Meridionale. L’evento non ha avuto alcuna conseguenza per il continente australe e per la Terra, ma ha attirato l’attenzione di molti studiosi…
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.