Con che velocità può svilupparsi la vita sulla Terra o un altro pianeta? Ecco lo studio scientifico
Il Professor David Kipping ha elaborato uno studio scientifico per calcolare con che velocità la vita può svilupparsi su altri pianeti: ecco i dettagli delll'inferenza baeysiana
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Con che velocità può svilupparsi la vita sulla Terra o un altro pianeta? Ecco lo studio scientifico
Da anni gli astronomi sono impegnati nella “caccia all'extraterrestre", ovvero nella dimostrazione che la Terra non è l'unico pianeta dello spazio infinito ad ospitare la vita, ma che gli alieni esistono davvero. Ma in questo caso la domanda è un'altra: in quanto tempo davvero la vita si è sviluppata? Ed entro quali limiti temporali potrebbe farlo in altri mondi? A porsi questo quesito è stato anche il Professor David Kipping, assistente presso il Dipartimento di Astronomia della Columbia (USA), che ha realizzato uno studio statistico (chiamato inferenza baeysiana) in grado di chiarire in che modo potrebbe evolversi la vita extraterrestre complessa in mondi alieni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Proceeding of National Academy of Sciences“. ENORME METEORITE AVVISTATO NON LONTANO DALL'ITALIA: ECCO DOVE
Che cos'è l'inferenza baeysiana
“La vita è comune e spesso sviluppa intelligenza; La vita è rara ma spesso sviluppa intelligenza; La vita è comune e raramente sviluppa intelligenza; La vita è rara e raramente sviluppa intelligenza". Questi sono i quattro principi cardine dell'inferenza baeysiana su cui si è basato il Prof. Kipping per condurre il suo studio, applicati su tempi e modi di sviluppo delle primissime forme di vita terrestri. Con un incrocio di probabilità e analisi matematiche, Kipping ha evinto che se i pianeti con condizioni simili e linee temporali evolutive della Terra sono comuni, la vita dovrebbe avere pochi problemi a nascere spontaneamente su altri pianeti (anche al di fuori dal nostro Universo). Maggiori dettagli ancora non ce ne sono. Lo studio non è comunque portatore di verità in quanto il 50:50 di possibilità di cui parla l'esperto protende più verso un'ipotesi che a favore di una certezza. INCREDIBILE PALLA DI FUOCO IN RUSSIA: IL VIDEO DI COSA É SUCCESSO
Marte è pieno di “pozze di fango": lo strano fenomeno osservato dai ricercatori
Marte invece è pieno di strane “pozze di fango". Questa è l'ultima scoperta degli astronomi riguardo il pianeta rosso, l' “oggetto del desiderio" degli scienziati che stanno lavorando senza sosta per progettare lo sbarco tra qualche anno. Un team di ricercatori della Open University di Milton Keynes (Regno Unito) ha infatti studiato ancor più nel dettaglio Marte e ha appunto notato dei veri e propri crateri sul suolo marziano composti da flussi di lava fangosa, congelata dalle rigide temperature, lunghi centinaia di chilometri. Il fango liquido sviluppatosi si è riversato sul terreno attraverso le rotture della crosta per poi interrompersi e riformarsi continuamente per chilometri, dando vita a lunghe strisce continue di melma.
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Come si sono formate “le pozze di fango"
I ricercatori britannici sostengono che il fango su Marte sia derivato da inondazioni catastrofiche, paragonabili alle più grandi inondazioni mai conosciute sulla Terra. Mentre l'acqua di inondazione filtrava sotto la superficie portava con sé sedimenti, i quali potevano tornare di nuovo in superficie sotto forma di “eruzione fangosa". Questo processo, chiamato “vulcanismo sedimentario", si verifica costantemente anche sul pianeta nano Cerere, il quale gode di condizioni climatiche tali da ospitare un oceano di acqua fangosa sotto la sua crosta ghiacciata.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
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