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Martedì 12 Novembre
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Cosa accadrà quando il Sole morirà? Il futuro della Terra e del Sistema Solare

Il Sole si esaurirà e la Terra verrà inghiottita. Ma qualcosa cambierà nel nostro Sistema Solare e non solo...

Cosa accadrà quando il Sole morirà? Il futuro della Terra e del Sistema Solare
Foto PixaBay

Cosa accadrà quando il Sole morirà? Il futuro della Terra e del Sistema Solare

Il Sole non è eterno: prima o poi la stella che garantisce la vita sulla Terra si esaurirà e questo segnerà la fine del nostro pianeta. Precisamente, come riporta Astronomy.com, il Sole morirà entro 5 miliardi di anni, un lasso di tempo ancora molto lontano dai giorni nostri ma un evento che comunque, prima o poi, è destinato ad arrivare. Ma cosa succederà quando il Sole cesserà di esistere? Sarà veramente la fine di tutto? Sembrerebbe di no…

Nuova vita nello spazio?

Nonostante la Terra e quasi tutti gli altri pianeti del nostro Sistema Solare siano destinati progressivamente a scomparire, con la morte del Sole qualcosa cambierà nello spazio. La “fine del Sole” consiste in un suo ingrossamento esponenziale (dopo che il processo di trasformazione dell’idrogeno in elio, metodo con cui il Sole si alimenta, non sarà più possibile) che lo porterà a devastare gran parte del nostro Sistema Solare abitabile. A quel punto però, spiega Astronomy.com, tutti quei pianeti in cui al momento non ci sono condizioni di vita (come Plutone e altri pianeti nani della Cintura di Kuiper) potrebbero improvvisamente venir scaldati dal “nuovo Sole”. “Quando il Sole diventerà un gigante rosso – ha dichiarato ai media di recente Alan Stern, il capo della NASA – le temperature sulla superficie di Plutone saranno all’incirca le stesse delle temperature medie sulla superficie terrestre ora“. Uno scenario completamente ribaltato rispetto a oggi.

Ma non tutti sono d’accordo…

Altri scienziati non concordano con questa teoria: alcuni, riporta Astronomy.com, sostengono che il Sole smetterà di crescere poco prima di inghiottire completamente il nostro pianeta. Altri scienziati hanno suggerito schemi per spostare la Terra in profondità nel sistema solare aumentando lentamente la sua orbita. Chi vivrà vedrà, come recita una storica canzone italiana… anche se dei giorni nostri nessuno ci arriverà!

Astronomi scoprono una stella invisibile: come sono riusciti a individuarla

Gli scienziati, in seguito all’osservazione di una stella dal comportamento insolito nella Costellazione del Cigno, hanno scoperto un sistema binario composto da stelle quasi invisibili. È quanto si legge su Scienzenotizie.it, che riporta lo studio realizzato grazie ad una serie di cinquanta telescopi nell’ambito del programma PREPA dell’Agenzia spaziale europea.

Il tutto grazie allo strano comportamento di Gaia16aye

Ad apparire strano è stato il comportamento della stella Gaia16aye, la cui luminosità è crollata ed è poi scomparsa quasi del tutto. La soluzione al dilemma è arrivata grazie a ricerche più approfondite: in realtà l’oscuramento è avvenuto a causa di un altro corpo celeste, posizionato tra la Terra e la stella, che stava deformando il tessuto spazio tempo.

Quanto dista la stella invisibile?

Il misterioso oggetto è in realtà una stella binaria che si trova ad una distanza di 2.544 anni luce caratterizzata da una luminosità talmente scarsa da apparire quasi del tutto invisibile.

Come si è arrivati alla scoperta

L’osservazione è durata 500 giorni e durante questo periodo, come spiega Lukasz Wyrzykowski, autore della ricerca, la stella è diventata luminosa e ha perso gran parte della sua luminosità per ben cinque volte. Proprio questi cambiamenti improvvisi lasciavano intendere che ci fosse un oggetto a fungere da lente gravitazionale (un fenomeno predetto da Albert Einstein), interponendosi tra la sorgente luminosa, in questo caso Gaia16aye, e i telescopi.

Quali possibili risvolti?

Gli scienziati non sono stati in grado di vedere il sistema binario, ma in base agli effetti osservati è stato possibile individuarne la massa, pari a – 0,57 e 0,36 quella del Sole e la distanza che le separa, pari al doppio della distanza tra la Terra e il Sole. Gli autori dello studio sperano che questa scoperta possa aiutarli anche per quanto riguarda l’individuazione di possibili buchi neri nascosti. Al momento conosciamo solo alcune decine di buchi neri, che riusciamo ad individuare solo quando interagiscono con altri oggetti circostanti.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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