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Martedì 12 Novembre
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Due pezzi di “spazzatura spaziale” potrebbero scontrarsi stasera: ecco cosa può succedere alla Terra

I ricercatori di LeoLabs hanno segnalato due oggetti in rotta di collisione nelle ultime ore di oggi: ecco cosa può succedere alla Terra e dove cadrebbero i detriti

Due pezzi di “spazzatura spaziale” potrebbero scontrarsi stasera: ecco cosa può succedere alla Terra
Foto PixaBay

Due pezzi di “spazzatura spaziale” potrebbero scontrarsi stasera: ecco cosa può succedere alla Terra

Allarme “spazzatura spaziale” per la Terra: nelle ultime ore di oggi, giovedì 15 ottobre 2020, due grandi pezzi meccanici che fluttuano nello spazio potrebbero scontrarsi distruggendosi e, di conseguenza, provocare la caduta di qualche pezzo sul nostro pianeta. A riportarlo sono esponenti della società di monitoraggio LeoLabs i quali, appunto, hanno appurato che la collisione avverrebbe a 991 chilometri sopra l’Oceano Atlantico Meridionale. L’impatto tra i due corpi, fanno sapere, ha comunque una probabilità del 10% e, nel caso in cui dovesse avvenire, i detriti cadrebbero in acqua nel mare che divide il continente europeo da quello americano. LA LUNA POTREBBE AVER PROTETTO LA TERRA DALLA FORZA DEI RAGGI SOLARI: ECCO LO STUDIO

I dettagli sulla collisione spaziale

I due oggetti in questione, la cui massa combinata è di circa 2800 chilogrammi (dunque non pesantissimi), si stanno muovendo l’uno nella direzione dell’altro alla velocità di 52.950 chilometri orari. Un impatto, ovviamente, causerebbe il disintegro di entrambi i corpi e a quel punto occorrerà tener d’occhio la situazione per controllare se i detriti prodotti dallo scontro cadranno effettivamente in mare o se esiste il rischio di caduta sulla terraferma, magari nei centri abitati. “Questo evento – hanno spiegato via Twitter i ricercatori di LeoLabs – continua ad essere un rischio molto elevato e probabilmente rimarrà tale durante il periodo di avvicinamento prossimo“. LE MONTAGNE DI PLUTONE HANNO CIME INNEVATE: ECCO LA VERITÁ

Nello spazio esistono i “pianeti canaglia”: ecco di cosa si tratta

Secondo una nuova ricerca nella nostra galassia vagherebbero circa 100 miliardi di pianeti “canaglia” alla deriva, che non sono collegati ad una stella. Si tratta di pianeti che fluttuano liberamente e che viaggiano liberamente. Una nuova missione organizzata dalla Nasa è proprio finalizzata a scoprire quali e quanti sono questi pianeti. Il co-autore della ricerca, il Professor Scott Gaudi della Ohio State University (USA), ha dichiarato che solo un’indagine di microlensing nello spazio ci potrà fornire le risposte giuste per capire davvero se davvero questi pianeti sono tantissimi. ECCO L’ULTIMO VAGITO DI UNA STELLA DIVORATA DA UN BUCO NERO

Il telescopio Nancy Grace Roman

Il telescopio spaziale Nancy Grace Roman che verrà lanciato in orbita nei prossimi cinque anni, sarà in grado di scattare foto della Via Lattea e darci un quadro più fedele su ciò che davvero accade nella nostra galassia. Il telescopio è in grado di scovare pianeti distanti anche migliaia di anni luce dalla Terra. Uno strumento sicuramente superiore a tutti gli altri metodi di rilevamento dei pianeti mai adottati finora. Il nome di questo telescopio è quello di un’ex capo della NASA che ha ricoperto un ruolo fondamentale in passato nel campo dell’astronomia spaziale.

Dove sarà collocato questo telescopio

Sebbene l’esistenza di questi “pianeti canaglia” sia conosciuta da anni, non abbiamo mai avuto riscontri oggettivi per dimostrarne la reale esistenza e la natura. Le simulazioni del Prof Gaudi e della sua equipe di colleghi hanno evidenziato come il rivoluzionario telescopio sarà in grado di identificarne centinaia grazie anche al fatto di essere almeno 10 volte più sensibile rispetto ai telescopi di uso comune. Questo progetto si concentrerà in particolar modo sul centro della Via Lattea, dove si trova un buco nero supermassiccio che copre circa 24.000 anni luce.

Il nuovo telescopio potrebbe aprire una nuova frontiera

Solo il telescopio Nancy Grace Roman sarà in grado di potere fornirci un quadro completo e magari aprire una nuova frontiera nella conoscenza dello spazio. I pianeti canaglia potrebbero essere estremamente freddi, perché non hanno stelle, ma studiarli aiuterà gli scienziati a capire perchè e come si formano.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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