L’astrofisico Hippke ha provato a dare la risposta alla grande domanda sull’esistenza dell’Universo: ecco le sue conclusioni
L’uomo non è ancora riuscito a trovare tutte le risposte ai misteri dell’universo. E’ possibile che sia stato davvero creato da un’entità dotata di un’intelligenza superiore? C’è un modo per scoprirlo? Nel 2005, una coppia di fisici ha spiegato che se davvero esistesse il Creatore dell’universo, saremmo stati in grado di decodificare un messaggio nella radiazione di fondo dell’Universo, lasciato da quando la prima luce è stata irradiata nel cosmo per fluire liberamente nello spazio. Questa luce è chiamata fondo cosmico a microonde (CMB).
Il lavoro dell’astrofisico Hippke
L’astrofisico Michael Hippke che lavora presso l’Osservatorio Sonneberg in Germania e Breakthrough Listen è andato alla ricerca di questo messaggio, traducendo le variazioni di temperatura nella CMB in un bitstream binario. Il documento di Hippke che descrive i suoi metodi e le sue scoperte è stato caricato sul server di pre-stampa arXiv e include il bitstream estratto. Prima del Big Bang si pensa che l’Universo fosse totalmente scuro e opaco, così caldo e denso che gli atomi non potevano formarsi; protoni ed elettroni scorazzavano nel cosmo sotto forma di plasma ionizzato.
La teoria di Hippke
Mentre l’Universo si raffreddava e si espandeva, quei protoni ed elettroni potevano combinarsi per formare atomi di idrogeno neutri in quella che chiamiamo l’epoca della ricombinazione. A quel punto l’universo si schiarì e la luce iniziò a filtrare liberamente. Questa prima luce inonda ancora lo spazio ed è ancora oggi rilevabile: si tratta proprio della CMB. Poiché l’Universo primordiale non era uniforme, le variazioni di densità all’epoca della ricombinazione si manifestano oggi in leggerissime fluttuazioni della temperatura della CMB. Secondo i fisici teorici, Stephen Hsu dell’Università dell’Oregon e Anthony Zee dell’Università della California la CMB sarebbe stata la “lavagna” perfetta nella quale sovrascrivere un messaggio che sarebbe stato visibile a tutte le civiltà tecnologiche nell’universo.
Le conclusioni
Le domande alle quali hanno tentato di rispondere i ricercatori sono relative alla possibile esistenza di qualche Essere superiore che ha creato l’Universo e la seconda è se il Creatore ha effettivamente inviato delle informazioni per farci sapere che la paternità di tutto quello che ci circonda appartiene proprio a lui. Il CMB potrebbe essere proprio la soluzione più ovvia per rilevare le risposte a queste domande. Hippke ha scoperto che ci sono però diverse questioni da risolvere. La prima è che la CMB si sta ancora raffreddando. Se inzialmente la temperatura era di 3.000 Kelvin adesso, a distanza di 13,4 miliardi di anni, la temperatura è di 2,7 Kelvin. Man mano che l’Universo continua a invecchiare, alla fine il CMB diventerà non rilevabile. Potrebbero essere necessari altri 10 duodecilioni di anni (1040), ma il CMB svanirà.
I fisici hanno anche scoperto nel 2006 che è estremamente improbabile che il CMB appaia esattamente nel medesimo modo in tutti i luoghi in cui verrà osservato. Inoltre, sostiene Hippke, non possiamo vedere l’intera CMB a causa dell’emissione in primo piano dalla Via Lattea. E abbiamo solo un cielo da misurare, che presenta delle incognite intrinseche in ogni osservazione cosmologica che viene fatta. Il satellite Planck e la Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP) hanno entrambi osservato e registrato le fluttuazioni di temperatura nella CMB. E proprio da queste fonti, Hippke ha estratto il suo flusso di bit, confrontando i risultati di ciascun set di dati per trovare i bit corrispondenti. Al termine della sua complessa analisi, Hippke ha dichiarato di non aver trovato “alcun messaggio significativo nel flusso di bit effettivo”.
“Possiamo concludere che non esiste un messaggio ovvio nel cielo CMB. Tuttavia non è chiaro se esista (o se c’era) un Creatore” o se non abbiamo gli strumenti giusti per riuscire a decriptarlo.
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