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Giovedì 14 Novembre
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Gli astronomi potrebbero aver individuato la fonte dei raggi cosmici nella Via Lattea

Raggi cosmici, ecco una interessante scoperta che potrebbe spiegarne le origini

Gli astronomi potrebbero aver individuato la fonte dei raggi cosmici nella Via Lattea
La nebulosa farfalla (fonte: NASA, ESA and J. Kastner, RIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo studio sui raggi cosmici potrebbe essere giunto a conclusioni importanti

Forse abbiamo finalmente una risposta per la fonte dei raggi cosmici. È passato un secolo da quando gli astronomi hanno capito che nell’atmosfera terrestre ci sono radiazioni non locali. Si tratta di protoni ad alta energia e di nuclei di atomi privi di elettroni accelerati a velocità vicine a quelle della luce. L’Università di Nagoya ha condotto una ricerca che ha quantificato i raggi cosmici di una supernova. Grazie ai risultati sono riusciti a sciogliere un mistero che potrebbe darci un’indicazione sulla loro origine.

Le teorie sulle origini dei raggi cosmici

Per gli scienziati provengono da molte fonti, tra cui il Sole, le supernove, i nuclei galattici attivi con le quasar e i potenzialmente mortali lampi gamma. Dalla loro scoperta nel 1912 non abbiamo ancora capito da dove provengano. Secondo una teoria molto quotata sarebbero le esplosioni delle supernove a causare l’accelerazione di protoni a livelli relativistici. Con il loro percorso nella galassia, i raggi cosmici modificano la chimica del mezzo interstellare e dalla loro origine si potrebbero dedurre interessanti conclusioni sull’evoluzione delle galassie.

Nuove informazioni sulle radiazioni cosmiche

Dalle osservazioni risulterebbe come i resti di una supernova siano una fonte di raggi cosmici, perché i protoni interagiscono con quelli nel mezzo interstellare e creano raggi gamma ad alta energia. Queste radiazioni sono legate agli elettroni e ai fotoni, come quelli infrarossi e nella banda delle microonde. Il team dell’università di Nagoya in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico del Giappone e l’Università di Adelaide si è dedicata all’osservazione dei resti di una supernova, RX J1713 con un nuovo approccio che si basa sulla proporzionalità tra la densità del gas e l’intensità dei raggi gamma ad alta energia, tramite l’imaging a linee radio. CONTINUA A LEGGERE..

C’è anche un’interazione proporzionale all’intensità di raggi-x non termici, che vengono emessi dagli elettroni.

I dati sono stati ottenuti con l’High Energy Stereoscopic System (HESS), in Namibia, gestito dall’istituto Max Planck di Fsca Nucleare, insieme ai dati dell’osservatorio X-ray Multi-Mirror Mission (XMM-Newton) dell’ESA e con le statistiche sulla densità del gas nel mezzo interstellare. I risultati sono la prova più concreta della correlazione tra le supernove e i raggi cosmici. Quelli gamma di protoni sono più comuni nelle regioni ricche di gas, mentre quelli degli elettroni in zone dove il gas è scarso. Secondo il professor Yasuo Fukui questo metodo sarà utilizzato anche nel Cherenkov Telescope Array, di nuova costruzione.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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