Il bagliore venne originato da una collissione di stelle di neutroni nell’agosto del 2017 e da allora non si è mai attenuato
Risale al 2017, esattamente al giorno 17 agosto, il giorno in cui è stata osservata per la prima volta in modo attento e documentato una collisione di stelle di neutroni. Gli occhi esperti degli astronomi, che da ben 130 milioni di anni luce di distanza hanno osservato questo fenomeno di brillanti radiazioni gamma, non hanno da quel momento mai più smesso di monitorare cosa stesse accadendo in quell’esatto angolo di spazio in cui la collisione è avvenuta. Quello che non si aspettavano, però, era che lo spettro dei raggi X, che presumibilmente dai loro calcoli avrebbe dovuto cessare molto tempo prima, non ha smesso di brillare anche a distanza di anni.
Si tratta di uno dei fenomeni più rilevanti mai osservati prima d’ora
Secondo quanto riporta il sito Sciencealert, l’astronomo Eleonora Troja dell’Università del Maryland ha spiegato che ciò che è accaduto è assolutamente anomalo, in base alle attuali conoscenze astronomiche. Nemmeno gli esperti sanno dare una motivazione al fatto che i raggi X siano rimasti visibili dopo addirittura 1000 giorni dall’evento di collisione, denominato GW170817. Il GW170817 è stato uno dei fenomeni più rilevanti nello studio delle osservazioni dell’astronomia dei nostri tempi. I due osservatori spaziali – l’americano Fermi Gamma-ray Space Telescope della NASA e l’ International Gamma Ray Astrophysics Laboratory di origine italiana e ora dell’ESA – dopo che i rilevatori di onde gravitazionali Ligo-Virgo avevano dato segnalazione della presenza di onde gravitazionali in una ben definita sezione di cielo, hanno rilevato uno dei fenomeni più luminosi ed energetici mai registrati nell’Universo: un immenso lampo di raggi gamma.
Il bagliore ha toccato il picco massimo al 160.mo giorno
Il bagliore che si poteva osservare nei giorni seguenti era qualcosa di straordinariamente meraviglioso e mai visto prima. Pare addirittura che esso abbia continuato a crescere fino a toccare il suo picco estremo al 160° giorno, mentre la radiazione X è addirittura rimasta a ben due anni e mezzo e più di distanza dal momento della collisione. Le interpretazioni che sono state avanzate in merito a questo fenomeno sono varie e differenti. “Può darsi che ci siano processi fisici che non abbiamo incluso nei nostri modelli perché non sono rilevanti nelle fasi iniziali con cui abbiamo più familiarità, quando si formano i getti” ha affermato l’astronomo Elena Troja.
Le ipotesi allo studio
Potrebbe anche essere che non sia il getto a causare l’emissione prolungata ma che esso sia dovuto ad una nuvola di gas in espansione dalla kilonova (letteralmente esplosione astronomica di due oggetti celesti) che l’ha seguito. Oppure un’altra ipotesi è quella che i raggi X potrebbero essere stati prolungati grazie all’iniezione continua di energia da parte di un motore centrale di lunga durata, ancora tutto da analizzare. Dal mese di dicembre inizieranno le altre osservazioni del lembo di cielo GW170817 e gli astronomi potrebbero ritrovarsi davanti all’inizio di una nuova storia. Ad ogni modo, qualunque cosa accadrà e verrà rilevata, è chiaro che riscriverà i modelli fino ad oggi sostenuti in campo astronomico.
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