
Queste osservazioni rappresentano un passo avanti nell’analisi dei processi estremi che modellano i pianeti vicini alle loro stelle
Durante le loro osservazioni, una equipe di astronomi ha individuato due pianeti attorno a due stelle separate che stanno per “perire” a causa del calore intenso delle loro stelle. La loro dissolvenza sta lasciando nello spazio evidenti scie di detriti simili a quelle di una cometa. Si tratta di due pianeti che orbitano rapidamente attorno alle loro stelle e che avrebbero una struttura talmente esile da non poter trattenere il loro materiale.
Le caratteristiche di questi pianeti
Non si tratta di un caso isolato anche perchè in passato sono stati individuati già altri tre pianeti in fase di disintegrazione. Questa tipologia di pianeti dalla struttura poco massiccia sono noti per le loro orbite estremamente rapide, alcuni completano un’orbita in poche ore. Trovandosi in una posizione ravvicinata rispetto alle loro stelle, questa tipologia di pianeti è soggetta a calore intenso, radiazioni stellari e gravità. La scoperta di questi pianeti avvenuta di recente sta contribuendo ad ampliare i confini della nostra comprensione dei sistemi planetari.
Come si sono formati?
Nonostante le nuove consapevolezze che sono state acquisite di recente, non è ancora chiaro agli scienziati il meccanismo di formazione di questi pianeti. Si pensa che non si tratti di pianeti che si sono formati nei luoghi dove sono stati individuati ma che siano migrati da altri luoghi. La loro vicinanza alle stelle rende molto complicato lo studio della loro struttura. La disintegrazione di questi due pianeti potrebbero aiutare gli astronomi proprio a studiare a fondo la struttura di questi pianeti attraverso una “vivisezione” del loro contenuto disgregato.
Altri dettagli
In un articolo pubblicato su una nota rivista specializzata, gli astronomi hanno segnalato “la scoperta di BD+054868Ab, un esopianeta in transito che orbita attorno a una brillante nana K con un periodo di 1,27 giorni”. L’individuazione di questo pianeta è stata possibile grazie alla sonda spaziale TESS che ne ha svelato alcuni importanti particolari. Dall’osservazione è emersa la presenza di polvere che forma una sorta di lunghe code: una sul bordo anteriore e una sul bordo posteriore. Le dimensioni delle particelle di polvere in ogni coda sono diverse, con la coda anteriore che contiene polvere più grande e la coda posteriore che contiene grani più fini. Si tratta di code gigantesche della lunghezza di circa 9 milioni di km.
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