Sondato pianeta Gliese 3470, un incrocio tra Terra e Nettuno: potrebbe ospitare la vita ?
Gliese 3470 non presenta caratteristiche assimilabili al nostro sistema solare come riporta il sito Sciencemag. Lo strano mondo – a metà strada tra la Terra e Nettuno in massa – orbita attorno a metà della massa del sole a circa 100 anni luce di distanza dal nostro pianeta. Gli astronomi hanno esaminato dettagliatamente l’atmosfera di Gliese 3470 b, come non è stato fatto mai prima per gli altri pianeti.
Sono stati usati due telescopi spaziali
Usando i telescopi spaziali Hubble e Spitzer della NASA sono state misurate le frequenze che la luce stellare di Gliese 3470 b assorbe e riflette mentre circonda la stella. Il pianeta ha un’atmosfera relativamente sottile composta principalmente da idrogeno ed elio, come ha annunciato la NASA in questi giorni. È simile all’atmosfera del sole, con l’eccezione di elementi pesanti come l’ossigeno e il carbonio. Secondo gli osservatori, questo pianeta presenterebbe anche un pesante nucleo roccioso.
Probabilmente la forza di gravità ha corroso i gas attono alla stella
Gliese 3470 b sembra essersi formata vicino alla sua stella, dove si trova ancora oggi. Questo potrebbe spiegare perché il pianeta è stato in grado di sviluppare una atmosfera non convenzionale. Un’ipotesi è che fosse in grado di corrodere i gas da un disco primordiale di gas che circonda la sua stella.
E’ un pianeta “cugino” della Terra
Tipicamente quando questo succede, i pianeti diventano mondi giganti conosciuti come “Jupiters caldi”. Ma Gliese 3470 b è rimasta relativamente piccola, forse perché il disco di gas si è dissipato prima che il pianeta fosse in grado di accrescersi, almeno secondo quanto ipotizzato dagli astronomi. Possiamo considerarlo alla stregua di un mondo ‘cugino’ della Terra, perché è di dimensioni modeste, dalla massa a metà fra quella della Terra e di Nettuno. E’ rivestito da una densa atmosfera composta da idrogeno ed elio.
Potrà ospitare la vita ?
Lo studio che si sta conducendo è di fondamentale importanza anche per capire se i pianeti esterni al Sistema Solare siano in grado in futuro di poter ospitare la vita. Lo studio è stato coordinato da Björn Benneke, dell’Università canadese di Montreal che ha diretto l’equipe di astronomi. Secondo quanto è emerso da questo studio, il pianeta potrebbe essere nato roccioso e in seguito, grazie alla forza di gravità, sarebbe stato attirato anche idrogeno ed elio dal disco circondante la sua stella.
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