Rilevata l’esistenza di un piccolo pianeta “canaglia” delle dimensioni simili a quelli della Terra
La Terra, come ovviamente sappiamo tutti, è un pianeta che orbita attorno al Sole, quasi fosse ad esso ancorato in modo stabile. Esistono, però, degli “esopianeti”, ossia dei pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare che pare non siano legati ad alcuna stella. Essi sono numerosissimi (ne sono stati contati fino ad oggi almeno quattromila) e vagano per la Galassia senza avere un costante punto di riferimento attorno al quale “orbitare”. È quasi come se fossero orfani di una stella e continuino a fluttuare attraverso lo spazio interstellare senza alcun percorso prestabilito. Proprio per questa loro caratteristica sono stati definiti anche con l’appellativo di “pianeti canaglia”.
La massa di questi pianeti è molto più grande della Terra
La maggior parte di questi pianeti fluttuanti hanno una massa enorme: pare che misurino fra le 2 e le 40 volte rispetto alla massa di Giove, il quale corrisponde a 300 volte la Terra. Stiamo parlando dunque di elementi di enormi dimensioni. Gli astronomi sono abituati al tentativo di ricerca di queste realtà, che spesso sono molto difficili da scoprire dato che, non orbitando attorno a nessuna stella, non possono essere visti con i soliti metodi tradizionali. Per poterli “mettere in luce”, difatti, è fondamentale misurare i cambiamenti di luce di una stella o verificarne il suo spostamento gravitazionale.
Cosa è stato scoperto
Oggi, però, pare che alcuni ricercatori abbiano fatto una scoperta eccezionale: il rilevamento del più piccolo pianeta canaglia che sia stato mai rilevato fino ai nostri giorni. Così è stato riportato lo scorso 29 ottobre sull’Astrophysical Journal Letters, la rivista più autorevole e letta nel campo delle pubblicazioni scientifiche sull’astronomia e sull’astrofisica.
Le caratteristiche di questo pianeta
Questo pianeta, con dimensioni similari a quelle del nostro pianeta Terra, rappresenterebbe dunque la conferma che i pianeti fluttuanti siano comunemente diffusi nella Via Lattea, teoria che parrebbe risalire a parecchie decine di anni or sono ma che ultimamente era stata messa in discussione dalla nuove filosofie astronomiche. Il padre dello studio, Przemek Mroz (stimato ricercatore del California Institute of Technology) ha affermato con sicurezza in una sua email trasmessa a WordsSideKick.com (portale scientifico multimediale) che “le probabilità di rilevare un oggetto di massa così ridotta sono estremamente basse” e pertanto la conclusione più logica e scontata secondo Mroz è che “o siamo stati molto fortunati, o tali oggetti sono molto comuni nella Via Lattea. Potrebbero essere comuni come le stelle.”
Cosa ci aspetta in futuro
Ovviamente l’astronomia sta mettendo a punto strumenti sempre più tecnologicamente avanzati e sensibili anche alle piccole variazioni interstellari, pertanto sicuramente i futuri telescopi che dovranno andare “a caccia di pianeti erranti” riusciranno a dare risposte più precise e reali a tutti noi.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.