Grazie ad una nuova tecnica, una equipe di astronomi americani ha analizzato la composizione geochimina delle nane bianche
Non è facile osservare e analizzare gli esopianeti. La tecnologia di cui disponiamo attualmente non ci consente di poterli osservare direttamente, anche per la lontananza e le dimensioni. Comprendere cosa accade nell’atmosfera degli esopianeti è compito arduo ma una equipe di astronomi dell’Università della California di Los Angeles ha trovato un modo geniale per riuscire a farlo, come si legge su un articolo pubblicato sul sito Sciencealert.
La tecnica che è stata utilizzata
Hanno analizzato le firme chimiche di corpi rocciosi come pianeti e asteroidi negli spettri di stelle bianche nane, in cui i corpi rocciosi si erano precedentemente schiantati. Mediante questa tecnica rivoluzionaria, hanno appreso che l’interno degli esopianeti è geochimicamente simile al nostro pianeta. Per capire questa tecnica si può provare ad immaginare un impatto che coinvolga Mercurio, Venere e Terra contro il Sole.
Le parole di Alexandrà Doyle dell’UCLA
Gli elementi nei pianeti verrebbero assorbiti dal Sole e cambierebbero la luce che emette. “Osservando queste nane bianche e gli elementi presenti nella loro atmosfera, siamo riusciti ad individuare gli elementi che si trovano nel corpo che orbitava attorno alla stella“, ha spiegato l’astronomo Alexandra Doyle dell’UCLA. Lo stesso astronomo ha paragonato questo procedimento come una sorta di autopsia del contenuto di una stella nana bianca.
Cosa si è scoperto
Quando la stella esaurisce l’idrogeno per bruciare, diventa un enorme gigante rosso, fondendo elio e carbonio fino a quando anche quegli elementi si esauriscono. Dopo questo processo gli strati esterni della stella vanno via e il nucleo ultra-intenso e brillante è proprio ciò che rimane della nana bianca. L’equipe di astronomi americani hanno esaminato lo spettro elettromagnetico prodotto da sei stelle bianche nane, poste tra 200 e 665 anni luce di distanza determinandone la composizione. Secondo le conoscenze in nostro possesso ci si aspettava, analizzando una stella nana bianca, di trovarci solo idrogeno e elio poiché l’atmosfera dovrebbe mostrare solo gli elementi più leggeri, e invece non è stato così.
I materiali che sono stati trovati
E’ stata evidenziata anche la presenza di altri materiali, come silicio, magnesio, carbonio e ossigeno. Una composizione che rende questi esopianeti assai simili alla Terra. Corpi rocciosi come Marte, Terra e un intero gruppo di asteroidi hanno un alto livello di ossidazione del ferro. Per questo motivo, il colore di Marte appare rosso alla visione.
“I composti chimici presenti sulla superficie della Terra possono essere ricondotti allo stato di ossidazione del pianeta“, ha dichiarato il cosmochemista Edward Young dell’UCLA al sito Sciencealert. “Il fatto che abbiamo oceani e tutti gli ingredienti necessari per la vita – ha concluso Young – può essere ricondotto allo stato di ossidazione del pianeta poichè le rocce controllano la chimica.”
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