Dopo le immagini diffuse dalla sonda Mars Express dell’Esa, gli scienziati hanno svelato l’arcano dei ragni giganti
La curiosa immagine immortalata dalla sonda Mars Express dell’Esa (l’Agenzia Spaziale Europea) aveva destato tra gli esperti un sentimento misto tra incredulità e stupore. L’istantanea che aveva immortalato la superficie del pianeta Rosso, aveva anche evidenziato la presenza di formazioni dall’aspetto sinistro, molto simile a quello di una colonna di ragni estesa per più di un chilometro. In realtà si tratta solo di un inganno ottico che è stato poi svelato dagli stessi esperti.
La spiegazione
Quelli che a primo acchito somigliano a ragni, in realtà non sono altro che delle strutture che si sarebbero formate al termine di un processo geologico. Con l’arrivo della primavera marziana, il diossido di carbonio che sublima sotto la superficie, passa dallo stato liquido a quello gassoso. Verrebbero prodotti così dei getti di gas che si diffondono sul suolo marziano circostante dando vita a dei pattern che assumono la sembianza dei ragni. Si tratta di strutture dalle enormi dimensioni che sono visibili anche dall’orbita, centinaia di miglia sopra il pianeta rosso.
I misteri irrisolti
Le immagini prodotte dalla sonda Mars Express, riguardano nello specifico un’area di Marte chiamata “Città Inca” (Angustus Labyrinthus), il cui nome è tratto proprio dalle creste geometriche molto simili alle antiche rovine inca. Cosa abbia originato queste strutture immense rimane un mistero anche per la scienza. Secondo la teoria prevalente, potrebbe trattarsi di dune di sabbia pietrificate. Secondo altre teorie potrebbero essere state originate dal consolidamento di una camera magmatica che scorre sotto strati di roccia.
Gli esperimenti in laboratorio
Questo strano fenomeno associato ai “ragni” in realtà si manifesta sempre nello stesso periodo e cioè la fine della stagione invernale, quando fa più caldo e il clima su Marte è meno intollerabile. Gli scienziati hanno cercato di riprodurre nel 2021 in laboratorio la dinamica che potrebbe portare a queste formazioni, impiegando un pezzo di ghiaccio secco e una macchina capace di simulare l’atmosfera marziana. Si tratta di spettacolari pattern dalle origini ancora poco chiare ma dalle sembianze veramente suggestive.
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