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Mercoledì 13 Novembre
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In arrivo rover intelligenti che sceglieranno autonomamente i campioni da analizzare su Marte: il progetto della NASA

Gli scienziati del Goddard Space Flight Center di Greenblet (USA) stanno lavorando a rover "intelligenti" in grado di scegliere autonomamente i campioni di Marte da far analizzare sulla Terra

In arrivo rover intelligenti che sceglieranno autonomamente i campioni da analizzare su Marte: il progetto della NASA
Foto Pixabay

I rover sceglieranno i materiali da analizzare per cercare forme di vita: il progetto della NASA per Marte

Per il primo sbarco su Marte della storia dell’umanità saranno molto importanti i rover, piccoli ma iper tecnologici veicoli spaziali che si occuperanno di raccogliere materiali su superfici extraterrestri da recapitare agli scienziati per le varie analisi. Ma non sarebbe ancor più importante se i rover fossero in grado di scegliere autonomamente i campioni da studiare, magari secondo alcuni requisiti ben precisi? É questo l’obiettivo del progetto dei ricercatori del Goddard Space Flight Center di Greenblet (USA) i quali, come riportato da NotizieScientifiche.it, starebbero lavorando a sistemi informatici speciali per “istruire” i rover sugli elementi geochimici da prendere in considerazione e magari analizzare direttamente sul posto. Secondo indiscrezioni questi rover intelligenti saranno utilizzati già per la spedizione ExoMars (2022). RINVIATO IL LANCIO DEL MISSILE VEGA: ECCO A QUANDO E PERCHÉ

Le caratteristiche dei nuovi rover

I nuovi rover, fanno sapere gli esperti NASA, potrebbero non solo identificare ma anche analizzare le varie tipologie di molecole organiche nei campioni di rocce senza l’intervento umano dalla Terra. Il che renderebbe più semplice la comunicazione tra la Terra e Marte. E non è tutto: in questo caso tutti i dati verrebbero trasmessi al nostro pianeta e sarebbero a disposizione degli scienziati, i quali deciderebbero quali utilizzare, ma si sta già pensando ad andare oltre e studiare i campioni direttamente sulla superficie del pianeta su ci si trova il rover di turno. É l’esempio di Titano ed Europa, le lune rispettivamente di Giove e Saturno che stanno “facendo gola” agli astronomi NASA e da cui però (a causa della grandissima distanza dalla Terra) sarebbe praticamente impossibile ottenere dati (si parla di un bit inviato ogni 5-7 ore, tempistiche impensabile). I rover iper intelligenti risolverebbero il problema facendo da filtro delle informazioni o, appunto più avanti, da studio scientifico sul posto. PALLA DI FUOCO ESPLODE IN CIELO: ECCO DOVE E IL VIDEO

Le parole degli esperti

Questo è un passo visionario nell’esplorazione dello spazio –  ha dichiarato Victoria Da Poian, tra le ricercatrici coinvolte nel progetto dei nuovi rover – significa che nel tempo ci saremo spostati dall’idea che gli esseri umani sono coinvolti con quasi tutto nello spazio, all’idea che i computer sono dotati di sistemi intelligenti e che sono addestrati a prendere alcune decisioni e sono in grado di trasmettere informazioni più interessanti”. Come anticipato, questi rover dovrebbero fare il loro debutto nel corso della missione ExoMars che porterà l’essere umano per la prima volta su Marte, il “pianeta rosso” da tempo nel “mirino” degli scienziati aerospaziali: il sistema a cui stanno lavorando i ricercatori del GSFC, il Mars Organic Molecule Analyzer (MOMA), verrebbe dunque installato sui rover già in lavorazione per la missione.

Scoperto un esopianeta grande come Nettuno: ecco dove si trova e le sue caratteristiche

Grandiosa la scoperta fatta dallo scienziato Jonathan Gagné: come riportato dalla rivista Nature, l’ex ricercatore iREx Banting (ora consulente scientifico del Planetario Rio Tinto Alcan di Montreal) grazie ai telescopi TESS e Spitzer della NASA ha rinvenuto nello spazio un esopianeta, dunque al di fuori del nostro Sistema Solare, grande come Nettuno. Si chiama AU Microscopii, dista 32 anni luce dalla Terra, ha circa 20-30 milioni di anni ed è 180 volte più giovane del nostro Sole, una stella decisamente particolare a cui gli astronomi danno ora il “benvenuto”. Di Au Mic (come è stato soprannominato) già nei primi anni 2000 era stato trovato un residuo nello spazio senza però che venissero rilevate altre tracce. Ora però la storia è diversa. Ma perché ci sono voluti quasi vent’anni fa per scroprire Au Microscopii?

Il motivo della scoperta “in ritardo” di Au Microscopii

Au Microscopii – ha spiegato lo scienziato Gagné alla rivista Nature – è una piccola stella, con solo circa il 50% della massa del Sole e con un campo magnetico molto forte che la rende attiva. Le numerose macchie ed eruzioni sulla superficie di AU Mic hanno ostacolato il suo rilevamento, il che era già complicato senza queste caratteristiche”. Grazie all’osservazione in infrarossi però Gagné e i suoi collaboratori sono riusciti a rintracciare questo esopianeta, che continuerà a essere studiato nei prossimi mesi per ottenere sempre più informazioni sulla sua formazione e sulle sue caratteristiche. Ad esempio se Au Microscopii può essere considerato un “gemello” di Nettuno o se per conformazione è più simile alla Terra.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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