Lo studio è stato condotto su frammenti di rocce portate sulla Terra in seguito alle missioni lunari della Nasa e dell’ex Unione Sovietica
Uno studio condotto su frammenti di rocce lunari da un team dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze (IGGCAS), guidato da Su Bin, Yuan Jiangyan e Chen Yi, membri del Laboratorio IGGCAS, ha svelato alcuni dettagli interessanti sulla composizione e, più in generale, sulla storia geologica del suolo lunare. Queste rocce sono state portate sulla Terra in seguito alle prime missioni che l’allora Urss e la Nasa hanno effettuato sulla Luna. Si tratta proprio di quelle rocce che gli astronauti dell’Apollo e le missioni robotiche che facevano parte del programma Luna sovietico, sono riusciti a portare sul nostro pianeta per poterne analizzare nel dettaglio.
Ecco quando si sarebbero formate le rocce
Gli scienziati, dopo alcune ricerche lunghe ed estenuanti, hanno concluso che le rocce si sono formate in seguito ad eruzioni vulcaniche risalenti a più di 3 miliardi di anni fa. Negli ultimi anni, c’è stata una rinascita nell’esplorazione lunare poiché la NASA e altre agenzie spaziali hanno inviato missioni robotiche sulla Luna. Anche la Cina ha inviato più orbiter, lander e rover sulla Luna come parte del programma Chang’e, anche per prelevare dei campioni e condurre studi approfonditi sulla formazione della Luna. Le rocce analizzate risalirebbero a 2 miliardi di anni fa.
La Luna potrebbe essere morta geologicamente circa 3 miliardi di anni fa
La ricerca in questione potrebbe fornire preziose informazioni su come il giovane vulcanismo abbia plasmato la superficie lunare. A loro si sono uniti i ricercatori del Lunar and Planetary Science Institute (LPSI) dell’Università di Nanchino e del CAS Center for Excellence in Comparative Planetology. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances il 21 ottobre. Sulla base dei campioni restituiti dalle missioni Apollo e Luna, gli scienziati hanno teorizzato che la Luna sia geologicamente morta negli ultimi 3 miliardi di anni. Tuttavia, i nuovi campioni di roccia lunare ottenuti dalla missione Chang’e-5 (e riportati sulla Terra nel 2021) avevano solo 2 miliardi di anni, indicando che l’attività vulcanica si è verificata almeno un miliardo di anni in più rispetto a quanto previsto in precedenza. CONTINUA A LEGGERE..
Le conclusioni
In precedenza, gli scienziati avevano ipotizzato che il vulcanismo in fase avanzata potrebbe essere stato determinato da un elevato contenuto di acqua o dal decadimento di elementi radioattivi nel mantello lunare. Ma le analisi approfondite effettuate sui campioni ottenuti dal rover Chang’e-5, sarebbero giunte a conclusioni molto diverse. Sulla base della loro analisi, i ricercatori del CAS hanno scoperto che i minerali con punti di basso punto di fusione nel mantello avrebbero potuto consentire la compressione, portando a un giovane vulcanismo. Il Prof. Chen ha spiegato la recente fusione del mantello lunare può essere ottenuta aumentando la temperatura o abbassando il punto di fusione. Ma per avere dettagli più probanti occorrerebbe stimare la temperatura e la pressione in cui si è creato il giovane vulcanismo.
Per la loro analisi, il team CAS ha condotto una serie di simulazioni di cristallizzazione frazionata e fusione del mantello lunare che hanno confrontato 27 clasti di basalto ottenuti dalla missione Chang’e-5 con quelli restituiti dalle missioni Apollo. Si è scoperto che i giovani campioni di magma avevano concentrazioni di ossido di calcio e ossido di titanio più elevate rispetto ai vecchi campioni di magma Apollo.
La presenza di questi minerali, che si sciolgono più facilmente rispetto ai precedenti minerali accumulati nel mantello lunare, evidenzierebbe come il vulcanismo sarebbe stato guidato dalla gravità e avrebbe causato il ribaltamento del materiale nel mantello. Questi risultati confermerebbero sostanzialmente le stesse dinamiche che si sarebbero verificate anche su Marte. Miliardi di anni fa, il pianeta rosso ha avuto migliaia di eruzioni sulla sua superficie, alcune delle quali hanno provocato i più grandi vulcani del Sistema Solare.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.