Declassato il presunto buco nero più vicino alla Terra: ecco i motivi
È noto come i buchi neri consistano in corpi celesti dotati di un campo gravitazionale eccezionalmente intenso. La loro intensità è tale da impedire alla materia, alla luce e alle radiazioni elettromagnetiche di fuggire, rimanendo inglobati all’interno dell’area in questione. I buchi neri sono presenti in tutto l’Universo, anche “vicini” alla Terra. Tuttavia, quello che si credeva essere il buco nero più prossimo al nostro pianeta si è recentemente rivelato quale un oggetto differente. Leggi anche Voyager ha rilevato un aumento della densità dello spazio al di fuori del sistema solare.
Le caratteristiche di HR 6819
All’inizio del 2020, gli scienziati hanno rilevato la presenza di HR 6819, nome del sistema contenente il presunto buco nero, a una distanza di circa 1.120 anni luce dalla Terra. Il valore in questione lo ha reso automaticamente il buco nero più vicino a noi; in seguito, però, analisi più approfondite hanno rivelato che quello che appariva come un buco nero non è altro che un coppia di stelle dotate di un’orbita binaria, atipca e insolita. Sin dalla sua scoperta, HR 6819 ha destato diverse perplessità. In un primo momento lo si è ritenuto un corpo celeste corrispondente a una stella Be, ossia una stella appartenente alla classe spettrale B (e con evidenti linee di emissione d’idrogeno).
La formazione dei corpi celesti in HR 6819
Un maggiore approfondimento degli studi ha consentito di valutare HR 6819 quale un particolare sistema binario, contraddistinto dalla presenza di una stella massiccia Be e un secondo corpo celeste di massa minore. Quest’ultimo corrisponderebbe al residuo di una stella precedente, un corpo celeste esistito in passato, noto come B3III, e “donatore” di parte della sua massa all’oggetto attualmente presente in HR 6819. In sostanza, la stella Be, dotata di una massa sei volte maggiore di quella del Sole, avrebbe assorbito una grande quantità di “materia” da B3III, riducendo in modo netto la sua massa, all’interno di un processo che, suggeriscono gli scienziati, sembra interessare un numero elevato di stelle Be. In virtù del suo particolare movimento orbitale, dunque, la stella Be non dovrebbe trovarsi nei pressi di un buco nero, un’ipotesi che andrebbe a declassare HR 6819 allo status di sistema binario, già citato in precedenza.
Gli obiettivi delle osservazioni future
Attorno alle caratteristiche del sistema permangono ancora diversi dubbi, da sciogliere solamente attraverso un’osservazione più attenta e accurata. L’obiettivo è quello di comprendere maggiori dettagli sulle caratteristiche del corpo celeste minore presente in HR 6819, il quale, stando ai dati raccolti, sembra aver terminato da poco il trasferimento della massa dalla stella precedente, e in procinto di dare il via a una fase di raffreddamento.
Declassato il presunto buco nero più vicino alla Terra
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