Ecco i risultati di uno studio pubblicato su Nature Geoscience che rileverebbero tracce di attività tettonica su Venere
Uno studio pubblicato su Nature Geoscience ha evidenziato come, il pianeta Venere, sotto la propria atmosfera densa e torbida, mostra segni di attività che potrebbero essere molto più recenti di quanto si pensasse. Sparsi sulla superficie calda del pianeta, dove le temperature di 880 gradi Fahrenheit sono talmente calde da potere sciogliere il piombo, si possono vedere le strutture chiamate coronae, sulla base delle mappe fornite dalle precedenti missioni su Venere. Questa zona è nota come l’anello di fuoco di Venere e i ricercatori suggeriscono che questi luoghi potrebbero essere dei target per future missioni su questo pianeta.
Come si sarebbero formate le corone
Queste corone si sono formate nell’area dove pennacchi di magma caldo bollente sono emersi attraverso il mantello e la crosta del pianeta, emulando il processo di formazione delle isole vulcaniche esistenti sulla Terra. Queste enormi corone su Venere sono circondate da crepe e linee che si estendono dal centro. Sebbene le corone siano segni di attività tettonica e vulcanica su Venere, non si tratterebbe di vulcani simili a quelli esistenti sulla Terra. Le corone sono di enormi dimensioni e possono raggiungere oltre 186 miglia di diametro, secondo la tesi di Anna Gülcher, una delle autrici della ricerca che lavora presso l’Istituto di geofisica di Zurigo.
Venere sarebbe attivo geologicamente e caldo all’interno
A differenza dei vulcani che abbiamo sulla Terra, le corone sono più simili a campi di colate laviche e faglie a forma circolare – ma ognuna è il risultato di un singolo pennacchio di magma che si avvicina alla superficie dall’interno del pianeta. L’attività tettonica di Venere, proprio come accade anche su Marte, si sviluppa attraverso faglie, corone, montagne e la frattura di immense valli. Mentre molte di queste corone sono la prova dell’antica attività su Venere, un nuovo studio ha identificato 37 corone recentemente attive che dimostrerebbero come questo pianeta sia da considerarsi ancora geologicamente attivo e il suo interno ancora caldo. Altri pianeti nel nostro sistema solare, come Marte e Mercurio, sono invece molto freddi al proprio interno.
Le nuove scoperte hanno sfatato vecchie convinzioni
In precedenza, gli scienziati credevano che Venere si fosse raffreddata al punto da rallentare la sua attività geologica. Si era pensato erroneamente che la sua crosta fosse così dura che nessun materiale dall’interno sarebbe stato in grado di attraversarla. Attraverso delle simulazioni gli studiosi hanno scoperto che le caratteristiche delle corone situate in tutta Venere tendono a variare, mostrando i segni della loro evoluzione. E se le corone si stanno ancora formando ed evolvendo, ciò significa che all’interno di Venere, il suo interno caldo è ancora rovente. Secondo i ricercatori queste corone potrebbero essersi formati pochi giorni fa o milioni di anni fa,
“Tutto ciò che sappiamo – ha dichiarato Laurent G.J. Montesi, coautore autore e professore all’Università del Maryland presso il dipartimento di geologia del College Park – è che se un pennacchio smettesse di essere attivo più di 2 o 3 milioni di anni fa, alcuni degli attributi della nostra corona” attiva “sarebbero svaniti“. Tutto lascia pensare, dunque, che l’attività geologica su Venere sia ancora in corso e questo vorrebbe dire che anche su Venere si manifesterebbero periodicamente eruzioni vulcaniche esattamente come quelle che avvengono sul nostro pianeta.
Le 37 corone attive si trovano in posizioni specifiche in un’ampia banda attraverso l’emisfero meridionale, il che dimostrerebbe che proprio queste potrebbero essere le aree di attività su Venere.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.