Il Rover Perseverance si prepara ai 7 minuti di terrore su Marte: ecco di cosa si tratta
Dopo aver vissuto alcuni minuti di puro terrore al momento dell’impatto con l’atmosfera, la Perseverance della missione NASA è pronta a sbarcare su Marte il 18 febbraio, intorno alle ore 21.45. Si tratta di un’operazione davvero complessa che ha solo il 40% delle possibilità di riuscita ma che rappresenterebbe un successo scientifico di rara importanza. La riuscita dell’atterraggio, infatti, consentirebbe di riportare sulla Terra importanti informazioni sulla composizione del pianeta rosso nonché potrebbe essere importante per tutte le future missioni, prima fra tutte la prossima avventura di Rosalind Franklin. Leggi anche: Scoperti tre nuovi esopianeti roventi più grandi della Terra: ecco dove si trovano nello Spazio
La destinazione finale
Le destinazione finale della Perseverance è una zona di Marte caratterizzata dalla presenza di un cratere chiamato Jezero che probabilmente è stato il delta di un antico fiume. Qui raccoglierà dei campioni di terreno che, una volta analizzati, serviranno per raccontare tutti i segreti del pianeta e della sua formazione. Non è da escludersi, inoltre, che la missione – che rientrerà sulla Terra subito dopo ma atterrerà non prima della fine degli anni Venti del 2000 – possa svelare anche qualche segno della vita attuale su Marte, qualora ce ne fosse davvero. Leggi anche: Meteorite sovrasta il cielo, abitanti in visibilio: ecco cosa è successo a Melbourne, tutti i dettagli
Un atterraggio difficile
Ma perché è così difficile l’atterraggio su Marte? Sono due i motivi principali. Il primo è rappresentato dal fatto che il pianeta è avvolto in un’atmosfera molto bassa, che imprime enorme velocità a qualsiasi veicolo, rendendo obbligatoria la presenza di un sistema di bloccaggio. Il secondo motivo è invece legato al fatto che l’atterraggio dovrà avvenire in completa autonomia del mezzo, senza alcun supporto da parte degli scienziati sulla Terra. La manovra di atterraggio sarà molto complessa e verrà realizzata attraverso l’utilizzo di uno Scycrane che aiuterà il rover a toccare il suolo di Marte. La sua permanenza sul pianeta ha una durata previsione di 60 sol (ogni sol è un giorno di Marte ed equivale a poco meno di 24 ore terrestri), di cui i primi 30 serviranno ad impiantare le attività e i successivi per effetturare i rilievi. Gli studi sull’esopianeta WASP-107b potrebbero stravolgere le vecchie consapevolezze sulla formazione dei pianeti
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La missione successiva
Se Perseverance sarà l’artefice di un’impresa davvero incredibile, è con l’atterraggio della successiva missione Rosalind Franklin si raggiungeranno livelli di studio mai raggiunti prima. Rosalind, infatti, sarà la prima a trapanare il suolo di Marte per oltre due metri, alla ricerca di indizi che possano far comprendere meglio la formazione del pianeta. Infatti gli scienziati sono concordi nel ritenere che se sul pianeta è ancora presente la vita, quest’ultima non possa che nascondersi nel suo sottosuolo. Uno dei luoghi che sarà toccato dall’esplorazione di Rosalind Franklin sarà Oxia Planum che dovrebbe conservare ancora tracce della presenza di acqua su Marte.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.