Nuovo studio sui brillamenti solari
Era l’anno 2000 e gli scienziati non avevano mai visto nulla di simile: gli astronomi hanno riportato prove di “superflares” su stelle lontane – esplosioni solari molte migliaia di volte più energetiche dei tipici brillamenti solari, come riporta Sciencealert.com. Come i ricercatori hanno osservato negli studi successivi, queste intense eruzioni erano più comuni su giovani stelle a rotazione rapida e su stelle che esibivano alti livelli di attività magnetica. Forse il nostro molto più vecchio e più silenzioso Sole non farebbe mai una cosa così violenta. “Si è pensato che le stelle come il Sole che ruotano lentamente non abbiano eventi di alta attività magnetica come i superflares“, come dichiarato da Notsu dell’Università del Colorado Boulder. Questa ipotesi però sembra sbagliata.
La ricerca
In una nuova analisi degli eventi superflare osservati dal telescopio spaziale Kepler, i ricercatori riferiscono che i superflares possono effettivamente essere prodotti da stelle simili al Sole, anche se molto meno frequentemente che da stelle più giovani e più magneticamente attive, come riporta Scienze.Fanpage.it. “Il nostro studio dimostra che i superflares sono eventi rari“, afferma Notsu. “Ma c’è qualche possibilità che potremmo vivere un evento del genere nei prossimi 100 anni o giù di lì.”
Nuove osservazioni spettroscopiche
Per capire di più, il team di Notsu ha eseguito nuove osservazioni spettroscopiche con i dati di Kepler, utilizzando anche i dati della sonda spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea e dell’Osservatorio Apache Point nel Nuovo Messico. In tutto gli scienziati hanno trovato prove di 43 stelle simili al Sole che avevano prodotto superflares in passato. Gli scienziati ritengono che sono necessari ancora più dati per capire quanto sia probabile un superflare dal sole, anche se la loro analisi statistica offre informazioni più chiare sulle caratteristiche di queste esplosioni energetiche.
I risultati
“Abbiamo bisogno di più studi per chiarire le proprietà di superflare delle stelle su stelle simili al Sole e per rispondere alla domanda importante, ‘Può il nostro sole avere superflares?'” Scrive il team. Il numero delle vecchie stelle superflare rotanti simili al Sole ora è molto piccolo e le attuali discussioni statistiche non sono sufficienti.
I brillamenti sono importanti
Comunque sia, Notsu dice che più si impara sui superflares, più ci rende conto che mentre potrebbero essere più comuni sulle stelle più giovani, le stelle simili al Sole non sono assolutamente precluse da questa potente e potenzialmente pericolosa forma di fenomeni stellari. Le giovani stelle hanno i superflares una volta ogni settimana. Per il sole, la media è una volta ogni migliaia di anni. Le ricerche esistenti suggeriscono che una tempesta solare abbastanza potente potrebbe spazzare via la tecnologia così come la conosciamo, causando potenzialmente migliaia di miliardi di danni in tutto il mondo e innescando ogni genere di strane e imprevedibili catastrofi.
Le conslusioni
“Valutazioni più accurate degli effetti dei superflares sono un compito urgente”, ha spiegato Notsu all’astronomia. D’ora in avanti questo argomento dovrebbe cominciare a essere preso in considerazione seriamente secondo i ricercatori. I risultati sono riportati su The Astrophysical Journal.
Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.