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Giovedì 14 Novembre
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Il Sole può aiutare gli scienziati a scoprire i “sosia” della Terra: ecco come

Un maxi team di ricercatori italiani, svizzeri e americani ha realizzato un catalogo ricco di dati sul Sole per cercare altri pianeti simili alla Terra

Il Sole può aiutare gli scienziati a scoprire i “sosia” della Terra: ecco come
Foto PixaBay

Il Sole può aiutare gli scienziati a scoprire i “sosia” della Terra: ecco come

Ogni giorno gli scienziati effettuano le più disparate scoperte sul Sistema Solare e sullo spazio infinito. Una delle ultime arriva dai ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), in collaborazione con quelli dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (Stati Uniti) e gli svizzeri dell’Università di Ginevra, e vede protagonista il Sole: come svelato dal maxi team di studiosi e riportato da Ansa.it, la nostra Stella vitale è in grado di individuare altri pianeti (o meglio, gli esopianeti) simili alla Terra. Questo grazie al catalogo speciale realizzato proprio dai ricercatori, tre anni di osservazioni del Sole attraverso il Telescopio Nazionale Galileo (Tng) dell’Inaf alle Isole Canarie e lo strumento iper tecnologico Harps-N, collegato al telescopio solare a basso costo Lcst (low-cost solar telescope), che hanno generato una serie di dati importantissimi per rintracciare pianeti alieni simil terrestri. RILEVATA LA PIÚ GRANDE COLLISIONE TRA BUCHI NERI DELLA STORIA

I dettagli della scoperta

I dati sono stati raccolti ogni cinque minuti in tutte le giornate di cielo sereno – ha dichiarato Xavier Dumusque dell’Università di Ginevra – e si tratta di un insieme di informazioni senza precedenti per numero e precisione. Sono convinto che aiuteranno nel difficile percorso verso la scoperta della Terra 2.0″. L’obiettivo infatti è proprio quello, scovare altri pianeti simili alla Terra che siano in grado di ospitare (o che magari già ospitino) la vita. E uno dei metodi utilizzati in tal senso è misurare le perturbazioni provocate dall’attrazione gravitazionale dei pianeti sul segnale proveniente dalle stelle. Soltanto il tempo potrà dire se il catalogo realizzato dai ricercatori italiani, svizzeri e americani porterà risultati a breve o se ci vorranno ancora studi approfonditi per perfezionare il volume speciale. IL SOLE FOTOGRAFATO NEL DETTAGLIO DAL TELESCOPIO EUROPEO: ECCO GLI SCATTI ESCLUSIVI

Tornado enormi sulla superficie del Sole, sono grandi come l’Europa: il pazzesco fenomeno astronomico

I ricercatori astronomici sono rimasti a bocca aperta una volta assistito a questo fenomeno pazzesco: il team coordinato da Mariarita Murabito, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e Marco Stangalini, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha scoperto una serie di tornado grandi come l’Europa sulla superficie del Sole. Lo studio, che sta per essere pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, svela chiaramente la formazione di giganteschi turbini di gas ad altissima temperatura che si estendono per migliaia di chilometri nell’atmosfera della nostra stella, un qualcosa di sorprendente che comunque andrà approfondito dagli studiosi. Gli uragani sul Sole sono stati rilevati attraverso il telescopio solare Dst (Dunn Solar Telescope) del New Mexico (USA). ASTEROID DAY, I 5 ASTEROIDI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA TERRA

I dettagli sugli uragani del Sole

I tornado sulla superficie solare, che si estendono per migliaia di chilometri per una dimensione totale pari all’incirca a quella del continente europeo, sono prodotti da campi magnetici e durano alcune decine di minuti prima di dissolversi e formarsi in altri momenti. Gli uragani solari connettono strati diversi dell’atmosfera della stessa stella, agendo da canali per il trasporto di energia verso le regioni più esterne, un meccanismo particolare ma efficace che è stato rilevato e studiato dal team di ricercatori. “Le immagini raccolte – ha dichiarato la dott.ssa Murabito, come riportato da Ansa.it – ci hanno permesso di realizzare una tomografia tridimensionale dei campi magnetici che si attorcigliano all’interno dei tornado solari. In questo modo possiamo comprendere ancor di più i meccanismi di riscaldamento degli strati più esterni dell’atmosfera e l’accelerazione del vento solare”.

La stella gigante rossa cala luminosità del 40%: l’incredibile caso della Betelgeuse “quasi” supernova

Le stelle supernova sono tra gli astri più interessanti e affascinanti dello spazio: si tratta, appunto, di stelle che raggiungo una luminosità tale da esplodere, come simbolo della fine del loro ciclo evolutivo. Ce ne sono alcune però che, come riportato dal Bbc.com, hanno subìto un calo della luminosità “standard” fino al 40% tra ottobre 2019 e aprile 2020. É questo il caso delle Betelgeuse, stelle giganti rosse coinvolte da questo fenomeno che sembrava stessero per diventare supernova. I ricercatori astronomici si sono spesso interrogati sulla causa di tutto ciò e, dopo studi approfonditi, avrebbero scoperto che si tratti di grandissime “aree fresche” (simili a macchie solari) presenti sulla superficie delle Betelgeuse che influiscono sulla temperatura e, appunto, sulla luminosità di questi corpi celesti. Tutti i dettagli nella pagina successiva.

Cosa succede alle Betelgeuse e il “falso allarme” della polvere

La stella Betelgeuse dista 500 anni luce dalla Terra ed è 1000 volte più grande del Sole, un corpo celeste davvero enorme. Questo astro sembra essere perennemente sul punto di diventare una supernova ed esplodere ma non si sa mai quando questo accadrà, il che rende impossibile fare previsioni. Dalle osservazioni però, come anticipato, si è evinto che sebbene la sua luminosità possa variare nel corso del tempo (con alti e bassi) ultimamente si è assistito a un calo “generale” della luce da essa sprigionata. Cosa l’ha causato? La variazione di temperatura nella fotosfera provocata dalle zone “fresche” sulla sua superficie. Inizialmente si pensava a un enorme strato di polvere che la rendesse più opaca, e dunque meno luminosa, ma le osservazioni fatte con il telescopio Atacama Pathfinder Experiment (APEX) in Cile e il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) su Mauna Kea alle Hawaii hanno smentito il tutto.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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