Il James Webb Space Telecom, nel medio termine, potrebbe sciogliere i dubbi sull’esistenza di vita aliena: ecco perchè
Sono circa 300 milioni i pianeti che si ipotizzano essere abitabili, e questo solo nella Via Lattea. E visti gli sviluppi degli ultimi decenni nella tecnologia, unita a investimenti sempre maggiori per la ricerca e per le spedizioni, la risposta al dubbio sulla presenza di vita nell’universo sembra senmpre più vicina. Fino a qualche tempo fa, un tipo di ricerca simile sarebbe stata decisamente complessa, vista la penuria di mezzi tecnologici attraverso i quali verificare la presenza di forme di vita su altri pianeti, questo fino all’arrivo del telescopio James Webb.
Quando è iniziata la missione del nuovo telescopio
Nato nel 2002 da una collaborazione tra la NASA, la CSA (Canadian Space Agency) e l’ESA (European Space Agency), e intitolato all’amministratore della NASA durante i programmi Apollo, Gemini e Mercury, il telescopio è stato mandato in orbita lo scorso 25 dicembre 2021, dallo spazioporto di Arianespace di Kourou, situato nella Guiana Francese. Il suo funzionamento è a infrarossi, e questo permette non solo la rilevazione di immagini oltre la polvere cosmica, ma anche la rilevazione di luci in allontanamento (e quindi con una diversa frequenza) dovuto alla costante espansione dell’universo.
Gli obiettivi del telescopio James Webb
Il telescopio James Webb è di fatto il successore meglio attrezzato del telescopio Hubble e il suo compito è, soprattutto, quello di rilevare la cosiddetta biofirma sui diversi pianeti, ovvero lo studio dei gas presenti su una superficie planetaria per valutare una sua possibile predisposizione ad ospitare forme di vita. Questo avviene osservando principalmente la luce all’interno dei suddetti gas, per vedere se alcune lunghezze d’onda penetrano o meno lo strato atmosferico. CONTINUA A LEGGERE….
Cosa farà nei prossimi mesi?
Il telescopio viaggerà nella orbita di Halo per un periodo di 6 mesi, il che è possibile anche grazie alla tecnologia di cui è equipaggiato, come la schermatura romboidale e un rivestimento in film per proteggere lo strumento dai considerevoli sbalzi termici che orbitare intorno al sole può causare.
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