Solstizio d’estate 2021: tutte le info, cosa succederà e perché è così speciale
La primavera sta ormai lasciando il posto all’estate: il bel tempo e il caldo (anche afoso) di questi giorni stanno praticamente aprendo le porte al solstizio d’estate 2021 che entrerà il 21 giugno, precisamente alle ore 5.31. In quell’ora, infatti, la Terra arriverà nel punto della sua orbita in cui il Polo Nord è alla sua inclinazione massima (circa 23,5 gradi) verso il Sole. In quel giorno, dunque, dalle nostre parti avremo il giorno più lungo e la notte più breve dell’anno solare. E il punto migliore in cui godersi lo spettacolo del solstizio estivo è Stonehenge, in Inghilterra. Vediamo perché. C’É “VITA” SU UNA LUNA DI SATURNO: ECCO I DETTAGLI
Cosa succede a Stonehenge
Migliaia di persone ogni anno tra il 20 e il 21 giugno si riuniscono nel suggestivo luogo della contea di Wiltshire, a sud ovest del Regno Unito. L’obiettivo è quello di ammirare l’alba in uno dei siti archeologici e storici più suggestivi del mondo. Non solo, qui un raggio di sole attraverso un trilite e si poggia sull’altare centrale. Per molti è un segno celeste che permetteva agli antichi di capire il passaggio delle stagioni. LA NASA VUOLE ESPLORARE IL LATO NASCOSTO DELLA LUNA
Cosa sono i solstizi
Il solstizio in astronomia è il momento che si verifica due volte l’anno quando la Terra, nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole lungo l’orbita terrestre, presenta in direzione del Sole angolo massimo o minimo tra il proprio asse di rotazione e il piano orbitale terrestre. I due solstizi annuali si verificano intorno al 21 dicembre e al 21 giugno (rispettivamente detti “solstizio d’inverno” e “solstizio d’estate”, con riferimento alle stagioni presenti nell’emisfero boreale in quei giorni). Successivamente ai solstizi, in ciascuno dei due emisferi terrestri si inverte la tendenza all’aumentare o al diminuire dell’inclinazione dei raggi del sole, e la tendenza al diminuire o all’aumentare delle ore di luce giornaliere. STELLA GIGANTE LAMPEGGIA NELLA VIA LATTEA: ECCO COS’É
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Uno studio ha individuato oltre 500 nuovi lampi radio veloci
Oltre cinquecento nuovi lampi radio veloci, in inglese fast radio burst, sono stati individuati grazie ad uno studio che si è servito del telescopio CHIME in Canada. Questi segnali, come riporta Everyeye.it, vengono emessi a milioni o addirittura a miliardi di anni luce da noi: alcuni si ripetono nel tempo, altri danno vita a vere e proprie raffiche di segnali. E ognuno di questi potrebbe avere una fonte differente.
Da capire l’origine di questi lampi radio
Come affermato nel corso di una riunione dell’American Astronomical Society, infatti, questi segnali potrebbero avere ognuno una fonte differente: l’obiettivo, ora, è capire l’origine di questi lampi radio veloci. Gli studi degli ultimi anni ci hanno permesso di ottenere maggiori informazioni su questi fenomeni, che potrebbero essere causati dalle cosiddette Magnetar.
I lampi radio veloci non sono rari
In passato, in realtà, si credeva che questi segnali fossero rari: strumenti più avanzati ci hanno permesso di capire che in realtà non è così. Come spiegato da Kiyoshi Masui, fisico del MIT e membro del CHIME, “gli FRB sono davvero difficili da vedere ma non sono rari: è questa la cosa più bella di questo campo. Se i nostri occhi potessero vedere i flash della radio nello stesso modo in cui possiamo vedere i flash della fotocamera, li vedremmo sempre se solo alzassimo lo sguardo”.
Finora si conoscevano solo 100 lampi radio veloci
Per poter comprendere la portata dello studio effettuato grazie al telescopio CHIME, basti pensare che finora si conoscevano solo 100 fast radio burst. “Ora, dopo un anno di osservazione, ne abbiamo scoperti altre centinaia”, è quanto dichiarato da Kaitlyn Shin, ricercatrice del MIT e membro del team CHIME. Oltre cinquecento, in realtà.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.