Gli astronomi continuano a trovare esopianeti, ovvero pianeti non appartenenti al Sistema Solare, nella Via Lattea, ma cosa sono davvero?
Anche se siamo ormai arrivati nell’ordine delle migliaia per quanto riguarda gli esopianeti, sono stati scoperti alcuni strani oggetti che non erano mai stati individuati, e si credeva non esistessero, nel Sistema Solare. Uno di questi nuovi fenomeni che fanno parte degli esopianeti, sono i pianeti “super-soffici”. Si tratta di pianeti che hanno una consistenza stranamente soffice e gassosa, hanno le dimensioni dei giganti gassosi, ma perdono man mano la loro grandezza, diventando meno massicci. Come questi pianeti possano esistere è ancora un enigma ed un mistero da scoprire, anche per gli astronomi più esperti. In ogni caso secondo gli studi condotti un “pianeta soffice” può avere una massa inferiore all’1% di un gigante gassoso con le stesse dimensioni. Questo ha portato gli studiosi, Anthony Piro della Carnegie Institution for Science e Shreyas Vissapragada di Caltech, a supporre che questi esopianeti soffici, in realtà, potrebbero essere dei pianeti più piccoli, ma che possiedono degli anelli giganti.
Questo potrebbe risolvere alcuni degli aspetti più complicati e strani dei “pianeti soffici”, ma soprattutto possono aiutarci ad individuare una caratteristica degli esopianeti, ovvero gli anelli planetari. Proprio come quelli di Saturno.
Secondo i ricercatori infatti gli anelli dovrebbero poter essere rilevati dalle modifiche fotometriche o spettroscopiche. La difficoltà risiede nel fatto che si tratta di segnali flebili e difficili da distinguere dai dati attuali.
Come studiare gli esopianeti
«Chiaramente ci sono ancora molte cose che non sappiamo sugli anelli degli esopianeti» sostengono gli astronomi ricercatori, soprattutto perché gli esopianeti vengono individuati tramite il metodo di transito. Questa modalità vede l’utilizzo di telescopi che studiano una stella nel tempo, alla ricerca di transizioni regolari sulla luce della stella. Se i passaggi avvengono alla stessa profondità e con lo stesso lasso di tempo, si può dire di aver individuato un esopianeta. Perciò la quantità di luce con cui la stella cala può essere usata per calcolare la dimensione fisica dell’esopianeta.
Un altro metodo che può essere utilizzato per calcolare la massa dell’esopianeta riguarda l’osservazione della sua orbita. Infatti mentre i pianeti orbitano intorno alle loro stelle, esercitano un’influenza gravitazionale propria, facendo oscillare la stella in modo impercettibile ma progressivo. Quindi la quantità di questo movimento è determinata dalla massa del pianeta.
Tuttavia nel caso degli esopianeti “super soffici” le transizioni compiute intorno alla stella restituiscono una dimensione molto sproporzionata rispetto alla massa calcolata dal movimento della stella.
La struttura della ricerca
In primo luogo gli astronomi Anthony Piroe Shreyas Vissapragada, hanno cominciato a pensare a che tipo di oggetti potessero avere dimensioni così grandi, ma una densità così bassa. Questa idea li ha portati a considerare gli anelli planetari. Insomma è come se i “pianeti soffici” fossero ariosi come lo zucchero filato e quindi sembrano così grandi proprio per la presenza degli anelli che li circondano. Quattro pianeti del Sistema Solare hanno anelli e sono Giove, Saturno, Nettuno e Urano, anche se solo quelli di Saturno sono grandi, spessi e prominenti.
Dal momento che molti dei pianeti del Sistema Solare hanno anelli, è logico che anche molti esopianeti li abbiano. Di solito però osserviamo questi oggetti da molti anni luce di distanza. Quindi rilevare gli anelli sembra piuttosto impossibile. Perciò la domanda è: Se ci guardaste da un mondo lontano, riconoscereste Saturno come un pianeta ad anelli, o sembrerebbe un pianeta soffice e gassoso?
La consistenza degli anelli
Quindi per capire se gli anelli potessero spiegare la dimensione dei “pianeti soffici” i due scienziati hanno deciso di affidarsi alla modellazione. I risultati li hanno condotti a capire che per gran parte degli esopianeti è così, ma non per tutti. Infatti gli esopianeti tendono ad orbitare intorno alle loro stelle e quindi gli anelli dovrebbero essere rocciosi e non ghiacciati. Però i raggi degli anelli rocciosi possono essere grandi solo se la roccia è molto porosa, quindi non tutti i “pianeti soffici” rientrano in questi parametri.
Inoltre secondo altre rilevazioni questi esopianeti dovrebbero essere di forma più ovale per impedire agli anelli di deformarsi, infatti Saturno è il pianeta più schiacciato del Sistema Solare.
Quindi possiamo dire che la conferma della presenza di anelli rocciosi in alcuni esopianeti, non è solo una nuova sorprendente scoperta, ma fornisce anche informazioni importanti su tutti questi pianeti.
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