Scoperto dagli astronomi un agglomerato di stelle collocato ad una distanza relativamente breve dalla Terra
Recentemente gli esperti hanno avuto modo di notare un ammasso di stelle che si trova a poche migliaia di anni luce dal Sistema Solare. La particolarità di questo agglomerato, che è stato chiamato NGC 6397, risiede nel fatto che invece di muoversi intorno ad un solo buco nero abbastanza grande, gira intorno a tanti piccoli buchi neri di modeste dimensioni. Questa scoperta, che agli occhi dei profani potrebbe sembrare banale, in realtà apre a scenari molto importanti e diversificati per quanto riguarda le onde gravitazioni: i buchi neri, infatti, sono destinati inevitabilmente ad andare incontro ad una collisione. Da leggere anche Marte, la sonda cinese Tianwen-1 è in orbita.
Cosa sono questi ammassi?
Ma che cosa sono più nello specifico gli ammassi globulari? Si tratta di conglomerati sferici che hanno un’origine molto antica, probabilmente quanto quella dell’Universo. La loro osservazione è stata molto importante fino ad ora per capirne di più proprio sul Sistema Solare ma negli ultimi periodi gli studiosi hanno capito che possono rivelare molto anche dei cosiddetti buchi neri di massa intermedia. Di questi ormai si presume che hanno una massa più importante rispetto ad una stella collassata ma non hanno una dimensione estremamente massiccia.
Le ipotesi degli esperti
Nonostante tutto la loro esistenza non è mai stata certificata in via ufficiale. Le caratteristiche di NGC 6397 hanno suggerito che l’agglomerato potesse muoversi intorno a dei buchi neri di modeste dimensioni. In realtà va detto che i buchi neri non possono essere osservati concretamente ma la le ipotesi che sono state fatte sull’andamento ritmico dell’agglomerato hanno spinto gli esperti a fare delle ipotesi. Eduardo Vitral, dell’Istituto di Parigi, ha confermato che sono state trovate molte prove di questo andamento ma ciò che ha rappresentato una vera novità è stato il fatto che la massa intorno al quale si muove è puntiforme e non un unico corpo.
La teoria dell’evoluzione stellare
Lo stesso Vitral si è lanciato in una spiegazione più approfondita. Per dare fondamento a tale ipotesi è stata impiegata la teoria dell’evoluzione stellare che ha aiutato lo staff di scienziati di comprendere che questi corpi puntellati erano in realtà dei buchi neri di modeste dimensioni. La ricerca condotta dall’Istituto di Parigi è la prima nel suo genere ed è importante anche per altri aspetti. Secondo gli scienziati, infatti, questi corpi che fanno parte dell’agglomerato NGC 6397 sono destinati ad entrare in collisione e fondersi l’uno con l’altro e questo porterebbe all’evoluzione dei piccoli buchi neri attualmente presenti che potrebbero trasformarsi in uno solo di dimensioni medie.
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