Il campo magnetico ci protegge dall’azione delle radiazioni solari, ma cosa accadrebbe in caso di inversione dei poli?
Secondo gli esperti le probabilità che il campo magnetico terrestre possa invertirsi nel breve volgere di qualche anno sono molto alte. Sappiamo che il nostro pianeta è avvolto (e protetto) da una sorta di schermo formato proprio dalle radiazioni magnetiche che impediscono alle radiazioni solari di poter penetrare, rendendo possibile la vita sul nostro pianeta. Questo accade perchè alcuni pianeti sono in grado di creare un campo protettivo grazie al movimento delle sostanze presenti all’interno del nucleo. Nel caso della Terra, gli elementi protettivi sarebbero il ferro e il nichel.
Come si verifica l’inversione
La genodinamo di questi elementi potrebbe però cambiare repentinamente causando delle ripercussioni al campo magnetico terrestre, indebolendolo o addirittura invertendolo del tutto. L’inversione magnetica dei poli comporterebbe che l’attuale polo positivo (del Polo Nord) si negativizzerà, e viceversa, il Polo Sud si positivizzerà. Il primo scienziato a parlare di questo fenomeno fu Bernard Brunhes, che nel 1906 studiò il magnetismo delle rocce laviche. Le stesse rocce sono una fonte di minerali magnetici, le cui particelle, al momento del raffreddamento della lava, si distribuiscono in base al magnetismo terrestre.
I periodi
Proprio per studiare l’andamento nel tempo del geomagnetismo terrestre vengono aperte queste rocce e studiate in maniera approfondità. Gli studi hanno dimostrato come l’andamento del magnetismo terrestre sia stato irregolare, e si è visto come è mutata la declinazione e l’intensità negli ultimi 2 mila anni. In teoria l’inversione dei poli dovrebbe verificarsi ogni 200/300mila anni, anche se non si tratta di una frequenza stabile, tenuto conto che l’ultima volta in cui il fenomeno si è verificato fu circa 773mila anni fa. CONTINUA A LEGGERE…
Il campo magnetico terrestre si invertirà: quali saranno le conseguenze?
In realtà, nel medio periodo, potrebbero verificarsi alcuni fenomeni intermedi come l’escursione di Laschamp, che risale a circa 40mila anni fa. L’inversione del campo magnetico ebbe una durata di circa 440 anni all’interno dell’ultima glaciazione, alla quale seguì una fase di transizione che durò 250 anni. Uno dei segnali spia che dimostrerebbero come l’inversione dei poli sia ormai vicina è la accertata diminuzione dell’intensità del campo magnetico di circa il 10% che si è verificata negli ultimi 180 anni. In determinate aree del pianeta si è anche verificata una netta diminuzione di intensità del campo magnetico come nel Sud America, in Sud Africa e nell’Antartide.
Se il campo magnetico dovesse invertirsi il nostro pianeta andrebbe incontro ad una maggiore vulnerabilità alle radiazioni ed esporrebbe gli esseri umani a maggiori rischi di contrarre gravi patologie come i tumori. L’inversione dei poli potrebbe avere un impatto importante anche sul funzionamento delle reti elettriche, delle telecomunicazioni, e di tanti mezzi tecnologici sensibili, rendendoli inservibili.
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