Negli ultimi giorni gli astronomi hanno svelato altri dettagli importanti sul maestoso globulo cometario
Quando si parla di “Mano di Dio” il pensiero corre inevitabilmente all’episodio del gol segnato da Maradona contro l’Inghilterra ai mondiali del Messico del 1986 .Fu lo stesso giocatore a definire quel gesto con quell’epiteto rimasto nella storiografia del mondo “pallonaro”. Molto probabilmente, quando gli astronomi decisero di chiamare il globulo cometario CG 4 la “Mano di Dio” dopo averlo visto per la prima volta, avevano avuto in mente quell’episodio. Proprio negli ultimi giorni gli astronomi hanno svelato altri dettagli importanti sull’imponente globulo cometario.
I nuovi dettagli
Una nuova fotografia astronomica scattata di recente dalla Dark Energy Camera del Cerro Tololo Inter – American Observatory in Cile ha chiarito definitivamente che non si tratta affato di una cometa, come si era sempre pensato, ma di strutture stellari composte da gas e polveri cosmiche. Le nuove immagini catturate dal programma di Noir Lab, hanno svelato ulteriori particolari soprattutto sulla forma, simile ad un artiglio con una coda discendente che si allunga verso la nostra galassia. Dalle immagini, gli astronomi hanno ipotizzato che la lunghezza della testa di questo globulo cometario sia pari a 1,5 anni luce, mentre la coda addirittura misurerebbe otto anni luce.
Gli altri elementi svelati dagli astronomi
La distanza calcolata di CG4 dalla Terra, CG 4 è di circa 1300 anni luce. Il globulo si trova nella costellazione di Puppis, nella Via Lattea. Ovviamente, come hanno spiegato gli astronomi, questo globlulo cometario è solo uno dei tanti che esistono nella nostra galassia. Gli aspetti più rilevanti di queste affascinanti strutture cosmiche non si conoscono affatto. Come tanti altri oggetti stellari, come ad esempio i JuMBO, scoperti solo nel 2023, anche questi globuli cometari rimangono degli affascinanti misteri soprattutto in ordine alla loro origine.
Le origini
I primi globuli cometari vennero osservati nel lontano 1976 dal telescopio Schmidt del Regno Unito in Australia. Gli astronomi non hanno mai concentrato le proprie attenzioni su questi fenomeni astronomici perchè la loro osservazione, soprattutto per quanto concerne i dettagli, è stata sempre molto complicata. Per il momento gli scienziati non hanno ancora chiaro cosa ha generato la “Mano di Dio”, ma l’ipotesi più accreditata è che la genesi affondi le radici nelle stelle calde che le attorniano.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.