Un esperimento condotto dalla NASA in Antartide potrebbe aver dimostrato l’esistenza di un universo parallelo al nostro
Gli scienziati della NASA hanno rilevato la presenza di un universo parallelo “vicino al nostro” dove il tempo scorre all’indietro. Non è la trama di un film di fantascienza, ma potrebbe essere la concreta verità. Un esperimento in Antartide avrebbe rivelato le prove dell’esistenza di un universo nato in seguito al Big Bang che ha generato il nostro universo – ma con regole della fisica che sono totalmente opposte alle nostre. I fan dei film di fantascienza e fumetti hanno scoperto esattamente come funzionano gli universi paralleli anche se il mondo della fisica non ha ancora le idee chiare. Le teorie e le congetture sull’esistenza di un universo parallelo si susseguono dal lontano 1952. Sul fatto che effettivamente viviamo in un “multiverso” – come teorizzò lo scienziato Erwin Schrödinger – non abbiamo mai avuto prove sufficienti. Ma adesso le cose potrebbero cambiare.
Rilevata la presenza di una particella non contemplata dal nostro modello standard
Un esperimento sulla rilevazione di raggi cosmici ha identificato l’esistenza di particelle che potrebbero provenire dall’esterno del nostro universo. L’antenna transitoria impulsiva antartica della NASA (ANITA) ha utilizzato questa sorta di pallone gigante molto simile ad una mongolfiera per trasportare delicate antenne elettroniche in alto nell’aria fredda e secca sopra l’Antartide – dove c’è poco o nessun rumore radio per distorcere i propri risultati. E’ stata così scoperta la presenza di un costante “vento” di particelle ad alta energia provenienti dallo spazio – alcune delle quali sono un milione di volte più potenti di qualsiasi altra cosa che possa essere generata sul nostro pianeta. Attraverso questo sistema sarebbe stata rilevata la presenza di una particella non contemplata dal Modello Standard della fisica delle particelle.
Cosa si è scoperto
Le particelle ad alta energia possono essere rilevate solo scendendo dallo spazio. Rilevare una particella più pesante – un neutrino di tau – che sale “fuori” dalla Terra implicherebbe riconoscere che queste particelle possono viaggiare effettivamente indietro nel tempo. Ed è esattamente quello che hanno rilevato gli scienziati ANITA. Peter Gorham, fisico sperimentale delle particelle presso l’Università delle Hawaii e ricercatore principale presso ANITA, è autore principale di un articolo della Cornell University che descrive il fenomeno incredibile. L’unica spiegazione plausibile che giustificherebbe il comportamento del neutrino tau, secondo Gorham, è che la particella si trasformi in un diverso tipo di particella prima di arrivare sul nostro pianeta per poi fare nuovamente marcia indietro.
La spiegazione di Gorham a New Scientist
Insomma esisterebbero due “fontane” di particelle che vanno verso il cielo: un fatto che dimostrerebbe che le particelle non vengono generate da neutrini cosmici. La spiegazione più semplice – ha detto Gorham a New Scientist – è che al momento del Big Bang si sono formati due universi – il nostro, e un altro che dalla nostra prospettiva sta procedendo al contrario. Naturalmente se esistessero degli abitanti in questo universo speculare al nostro, avrebbero una prospettiva opposta alla nostra e vedrebbero il nostro universo girare al contrario. Se i risultati del team non sono il risultato di un bizzarro errore sperimentale, le implicazioni sono incredibili e potrebbero aprire la strada verso orizzonti finora mai esplorati.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.