La NASA rilevò la fosfina su Venere decenni fa ma non se ne accorse: la nuova tesi degli scienziati
La recente scoperta della fosfina nell’atmosfera di Venere ha generato un’ondata di grande entusiasmo. È risaputo, infatti, che la fosfina (per quanto ne sappiamo) possa essere prodotta esclusivamente in modo naturale, trattandosi di una sostanza di scarto di alcuni microorganismi anaerobi. Ciò porterebbe a ipotizzare che la sostanza riscontrata su Venere possa derivare dall’attività biologica di un qualche essere vivente. Una nuova ipotesi suggestiva, però, si sta facendo largo tra gli scienziati della NASA. Non si tratta né di una conferma né di una smentita in merito alla teoria della fosfina, bensì di una “revisione” della scoperta recente. Leggi anche: L’ESA rileva la minaccia del crollo di due ghiacciai dell’Antartide
Una scoperta “vecchia” di quarant’anni
Il 14 settembre scorso, un team di scienziati ha illustrato la scoperta della fosfina su Venere all’interno della rivista “Nature Astronomy”. Nello studio si è affermato come l’utilizzo dei telescopi abbia potuto garantire la rilevazione della sostanza nell’atmosfera, indice della possibile presenza di vita sul pianeta del Sistema Solare. Tuttavia, la NASA potrebbe aver rilevato la presenza della fosfina ben 42 anni fa. Nel 1978, infatti, la sonda Pioneer 13 raggiunse Venere, riscontrando tracce del gas tossico nell’atmosfera del pianeta. Il dato in questione è rimasto pressoché inosservato per oltre quarant’anni, sin quando Rakesh Mogul, biochimico, ha avuto modo di accedere ai dati d’archivio della NASA insieme ad altri colleghi.
I dati raccolti nel 1978 e le ricerche nell’archivio NASA
Mogul ha affermato di aver avuto un’intuizione nel momento in cui lo studio sulla fosfina è stato pubblicato a metà settembre. Ricordandosi di analisi precedenti condotte dalla NASA su Venere, e avendo la certezza della presenza di numerosi accenni sulla sostanza chimica, il biochimico si è messo alla ricerca di qualsiasi corrispondenza d’archivio relativa alla missione della Pioneer 13. Una volta scandagliato l’archivio dell’agenzia spaziale americana, Mogul ha individuato i documenti più rilevanti e gli ha passati in rassegna, deducendo che, pur non modificando la teoria recente, la ricerca del ’78 vanta anche dati più approfonditi.
Prospettive future: l’esplorazione dell’atmosfera di Venere
Una possibile conferma della presenza di esseri viventi, su Venere, potrebbe derivare esclusivamente attraverso il ricorso a piani di esplorazione più approfonditi, come quelli che stanno avvenendo su Marte. A tal proposito, sia la NASA che l’ESA (nonché l’agenzia spaziale russa e quella indiana) avrebbero pronti progetti di sonde da indirizzare direttamente verso Venere, in modo tale da raccogliere i dati essenziali per il prosieguo della ricerca.
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