La sonda NASA atterra sull’asteroide Bennu: l’importanza di questa missione
È durato quattro anni il viaggio della sonda Osiris-Rex, un progetto della Nasa: il culmine della sua missione è stato l’avvicinamento al suolo dell’asteroide Bennu dove la sonda dovrà raccogliere una certa quantità di polvere che poi verrà riportata sulla Terra dove sarà analizzata all’interno di laboratori specializzati: lo studio di questa polvere porterà ad avere maggiori informazioni sulle origini del Sistema Solare. L’operazione è stata molto delicata perché si è trattato di un’attività di alta precisione telecomandata a circa 330 milioni di km di distanza.
Operazione conclusa
Dante Lauretta, che ricopre il ruolo di responsabile dell’operazione, ha annunciato trionfante appena l’operazione si è conclusa che tutto è andato per il meglio. L’obiettivo principale della missione è stato quello di raccogliere insieme almeno 60 grammi di polvere e altri frammenti, la quantità necessaria per poter eseguire degli studi che dovranno portare a scoprire alcuni segreti legati non solo all’origine del Sistema Solare ma anche della stessa Terra. Sull’asteroide, infatti, ci sono delle formazioni rocciose che hanno un’età pari a 4,5 miliardi di anni, quindi risalenti alla nascita del Sistema Solare.
L’importanza degli asteroidi
Dalla Nasa Lori Glaze, responsabile della divisione di scienze planetarie, spiega che mentre i pianeti e le lune sono tendenzialmente delle realtà destinate a modificarsi nel corso del tempo, invece gli asteroidi restano più uguali a se stessi. Per questo motivo vengono considerati una specie di testimoni del tempo in grado di poter dare delle informazioni molto importanti su come è avvenuta la formazione del Sistema Solare. Ha poi fornito dei particolari sulla zona nella quale è atterrata la sonda Osiris-Rex, grande appena 16 mq ma scelta perché ricca di materiale dalla consistenza molto fine. Il resto della superficie dell’asteroide, invece, è coperta da montagne rocciose che hanno delle altezze notevoli.
Come è avvenuto il prelievo
Il prelievo del campione è avvenuto senza che tecnicamente la sonda abbia toccato il suolo di Bennu solo per 16 secondi: questo è stato il lasso di tempo necessario per rilasciare delle bombole di azoto che hanno sollevato il pulviscolo al fine di comprendere se era o meno prelevabile. Poi la sonda si è allontanata e, raggiunta quella che viene considerata la distanza di sicurezza, ha azionato il braccio robotico per prelevare la polvere. Ora che i campioni sono stati messi in sicurezza, la sonda ricomincerà il suo viaggio di ritorno: l’atterraggio sulla Terra è previsto per l’anno 2023 e subito dopo inizieranno le analisi per scoprire tutti i segreti del Sistema Solare.
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