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Lunedì 18 Marzo
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La stazione spaziale Solar Orbiter ha effettuato il primo sorvolo su Venere

Nuovi dati da Venere sono stati ricavati grazie al sorvolo del satellite Solar Orbiter, la sonda realizzata da Esa e Nasa

La stazione spaziale Solar Orbiter ha effettuato il primo sorvolo su Venere
Venere e Giove brillano nel cielo di Novembre, ecco come osservarli (Foto archivio)

Il primo passo della missione Solar Obiter è stato compiuto

Il satellite Solar Orbite che è stato realizzato in collaborazione tra NASA e ESA il 27 dicembre di quest’anno, è arrivato in contatto con il pianeta Venere. Questa è la prima di una serie di orbite intorno a questo misterioso corpo celeste, del quale,nonostante sia molto vicino alla Terra, sappiamo ancora pochissimo a causa della sua atmosfera densissima. In Italia era ancora notte fonda quando il Solar Orbiter ha raggiunto il punto di massima vicinanza dal pianeta, appena 7500 km dalle sue nubi più alte. Leggi anche Il Cern scopre un altro indizio sul mistero dell’antimateria mancante nell’universo.

Un passo in avanti per comprendere i misteri di questo pianeta

La sonda che è stata realizzata in collaborazione tra la NASA è l’Agenzia Spaziale Europea, l’ESA è stata lanciata in febbraio per una missione della durata prevista di 7 anni in cui dovrà studiare da vicino il Sole. Durante le fasi di avvicinamento all’astro centrale del nostro sistema, gli scienziati hanno approfittato per far fare alcuni giri in più alla sonda, che sono cominciati con il sorvolo di Venere di oggi, approfittando per recuperare un po’ di informazioni in più che potrebbero aiutarci a capire meglio i misteri di questo pianeta avvolto dalle nubi tossiche.

I vantaggi di questa missione

Anche se non si tratta di una missione progettata per raccogliere specificatamente dati sulla superficie di Venere e quindi non ha le attrezzature ottimizzate per affrontare le difficoltà delle sue impenetrabili nubi, il capo progetto Daniel Müller della missione ha tenuto a specificare che sarebbe uno spreco non approfittare dell’occasione. Per troppo tempo non è stato possibile dare un’occhiata al pianeta gemello della Terra per capire un po’ meglio quali potrebbero essere state le cause della sua evoluzione e visto che di recente sono state trovate tracce di probabile fosfina nelle sue nubi più alte, l’interesse si è fatto ancora maggiore di un tempo.

Nuovi dati da Venere

La presenza di molecole di fosfina potrebbe essere indicativa di fenomeni probabilmente correlati con la vita, anche se al momento tutto questo è ancora avvolto in un profondo mistero. Purtroppo è dal 1990 con la sonda Magellano che il pianeta Venere non viene più approfonditamente analizzato, perché la ricerca spaziale si è progressivamente spostata verso Marte e al momento sembra più adatto per poter ospitare le future missioni umane.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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