La stella gigante rossa cala luminosità del 40%: l’incredibile caso della Betelgeuse “quasi” supernova
Le stelle supernova sono tra gli astri più interessanti e affascinanti dello spazio: si tratta, appunto, di stelle che raggiungo una luminosità tale da esplodere, come simbolo della fine del loro ciclo evolutivo. Ce ne sono alcune però che, come riportato dal Bbc.com, hanno subìto un calo della luminosità “standard” fino al 40% tra ottobre 2019 e aprile 2020. É questo il caso delle Betelgeuse, stelle giganti rosse coinvolte da questo fenomeno che sembrava stessero per diventare supernova. I ricercatori astronomici si sono spesso interrogati sulla causa di tutto ciò e, dopo studi approfonditi, avrebbero scoperto che si tratti di grandissime “aree fresche” (simili a macchie solari) presenti sulla superficie delle Betelgeuse che influiscono sulla temperatura e, appunto, sulla luminosità di questi corpi celesti. ECLISSI LUNARE NEL 2020, ECCO QUANDO ARRIVA LA BLOOD MOON
Cosa succede alle Betelgeuse e il “falso allarme” della polvere
La stella Betelgeuse dista 500 anni luce dalla Terra ed è 1000 volte più grande del Sole, un corpo celeste davvero enorme. Questo astro sembra essere perennemente sul punto di diventare una supernova ed esplodere ma non si sa mai quando questo accadrà, il che rende impossibile fare previsioni. Dalle osservazioni però, come anticipato, si è evinto che sebbene la sua luminosità possa variare nel corso del tempo (con alti e bassi) ultimamente si è assistito a un calo “generale” della luce da essa sprigionata. Cosa l’ha causato? La variazione di temperatura nella fotosfera provocata dalle zone “fresche” sulla sua superficie. Inizialmente si pensava a un enorme strato di polvere che la rendesse più opaca, e dunque meno luminosa, ma le osservazioni fatte con il telescopio Atacama Pathfinder Experiment (APEX) in Cile e il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) su Mauna Kea alle Hawaii hanno smentito il tutto. I ROVER INTELLIGENTI CHE STUDIERANNO I CAMPIONI SU MARTE: ECCO IL PROGETTO DELLA NASA
Scoperto un esopianeta grande come Nettuno: ecco dove si trova e le sue caratteristiche
Grandiosa anche la scoperta fatta pochi giorni fa dallo scienziato Jonathan Gagné: come riportato dalla rivista Nature, l’ex ricercatore iREx Banting (ora consulente scientifico del Planetario Rio Tinto Alcan di Montreal) grazie ai telescopi TESS e Spitzer della NASA ha rinvenuto nello spazio un esopianeta, dunque al di fuori del nostro Sistema Solare, grande come Nettuno. Si chiama AU Microscopii, dista 32 anni luce dalla Terra, ha circa 20-30 milioni di anni ed è 180 volte più giovane del nostro Sole, una stella decisamente particolare a cui gli astronomi danno ora il “benvenuto”. Di Au Mic (come è stato soprannominato) già nei primi anni 2000 era stato trovato un residuo nello spazio senza però che venissero rilevate altre tracce. Ora però la storia è diversa. Ma perché ci sono voluti quasi vent’anni fa per scroprire Au Microscopii? Potete scoprirlo nella pagina successiva.
Il motivo della scoperta “in ritardo” di Au Microscopii
“Au Microscopii – ha spiegato lo scienziato Gagné alla rivista Nature – è una piccola stella, con solo circa il 50% della massa del Sole e con un campo magnetico molto forte che la rende attiva. Le numerose macchie ed eruzioni sulla superficie di AU Mic hanno ostacolato il suo rilevamento, il che era già complicato senza queste caratteristiche”. Grazie all’osservazione in infrarossi però Gagné e i suoi collaboratori sono riusciti a rintracciare questo esopianeta, che continuerà a essere studiato nei prossimi mesi per ottenere sempre più informazioni sulla sua formazione e sulle sue caratteristiche. Ad esempio se Au Microscopii può essere considerato un “gemello” di Nettuno o se per conformazione è più simile alla Terra.
Due buchi neri si scontrano e generano luce: l’incredibile fenomeno astronomico (FOTO)
Il buco nero è uno dei fenomeni astronomici più affascinanti, e allo stesso tempo inquietanti, a cui gli scienziati possono trovarsi di fronte: vedere un ammasso di materia risucchiare qualsiasi cosa incontri sul suo cammino, che si tratti di stelle, asteroidi o anche micro pianeti, è senz’altro notevole. Che il buco nero abbia una potenza indescrivibile è noto, ma cosa succede quando ad incontrarsi sono due buchi neri? La risposta è sconvolgente e a fornirla sono stati i ricercatori del California Institute of Technology (Caltech), i quali hanno spiegato alla rivista Physical Review Letters che dall’ “incontro” tra due buchi neri può nascere un ampio banco di luce. Scopritelo nella pagina successiva. ECLISSI DI LUNA E SCIAME DI STELLE CADENTI IN ARRIVO: ECCO QUANDO
Cosa succede quando due buchi neri si scontrano (FOTO)
Gli scienziati statunitensi hanno studiato le conseguenze della collisione tra due buchi neri ed hanno assistito alla nascita di un buco nero ancor più vasto. Ma prima di tutto ciò è stato liberato un getto di gas accompagnato da un bagliore di luce, un fenomeno che non era mai stato segnalato dagli astronomi. Saaviyk Ford, uno dei coordinatori del team autore della scoperta, ha rivelato che “i buchi neri hanno come danzato una sorta di minuetto che li ha portati ad avvicinarsi fino a fondersi, formando un nuovo buco nero più massiccio. Al momento della sua nascita violenta, il nuovo buco nero ha subito un ‘calcio’ che lo ha scagliato in una direzione casuale nel gas del disco“. La conclusione di questa reazione è stata, appunto, la formazione di un sorprendente bagliore di luce. Ecco la foto immortalata dagli astronomi americani.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.