Luna piena mercoledì 12 febbraio 2025, ecco perché si chiama Luna della neve

La Luna della Neve illumina il cielo di febbraio 2025 con il suo massimo splendore: ecco perché è chiamata in questo modo

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La seconda Luna piena dell'anno sarà visibile il 12 febbraio 2025 in tutto il mondo: ecco l'origine del nome

La Luna della Neve, la seconda Luna piena del 2025, raggiungerà il suo massimo splendore il 12 febbraio alle ore 13.53. Nonostante l’orario indicato però il fenomeno sarà ben visibile nelle notti precedenti e successive. Questa fase lunare si verificherà mentre il nostro satellite si troverà nella costellazione del Leone, una posizione che ricopre spesso in questo periodo dell’anno. Tuttavia, a volte la Luna di febbraio può trovarsi in altre costellazioni, come il Cancro nel 2026 o il Sestante nel 2029. Una particolarità astronomica è che ogni 19 anni potrebbe non verificarsi alcuna Luna piena a febbraio, un fenomeno noto come Luna Nera che accadrà nel 2037. Ma tornando alla Luna della Neve, ecco perché si chiama così (come riportato da Libero.it).

Il significato e l'origine del nome

La Luna della Neve deve il suo nome alle abbondanti nevicate tipiche di febbraio, almeno secondo la tradizione dei nativi americani. Furono i Dakota a chiamarla così, altre tribù utilizzavano nomi diversi come Luna del Procione o Luna della Fame, quest'ultima legata alla scarsità di cibo in inverno. L’origine di questi nomi risale alle osservazioni del capitano Jonathan Carver nel XVIII secolo, che documentò le usanze dei popoli nativi. Anche in Europa la Luna di febbraio aveva un suo nome specifico: gli antichi celti la chiamavano Luna del Ghiaccio, riferimento inequivocabile al freddo intenso di questo mese.

La prossima Luna piena: la Luna del Verme

Dopo la Luna della Neve il prossimo evento astronomico sarà la Luna del Verme, che raggiungerà la fase piena il 14 marzo 2025 alle 6.55. Durante questo evento il nostro satellite apparirà di dimensioni notevoli e con un’intensa colorazione arancione. Questa Luna sarà situata nella costellazione della Vergine e sarà facilmente osservabile anche a occhio nudo, senza bisogno di telescopi o binocoli. Il suo nome deriva dal periodo di disgelo primaverile, che porta alla riemersione dei lombrichi dal terreno, segnando il ritorno della vita nei suoli ghiacciati dell’inverno.


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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.