Mars 2020, la missione a caccia di fossili su Marte: c’è stata vita sul pianeta rosso?
Il conto alla rovescia è già partito, ci avviamo verso il prossimo grande appuntamento marziano: stiamo parlando, come si legge si Repubblica.it, di Mars 2020, la nuova missione Nasa su Marte che partirà tra luglio e agosto del prossimo anno.
Mars 2020, aspettative molto alte
Le aspettative su Mars 2020 sono altissime: l’obiettivo, infatti, è quello di chiarire – magari una volta per tutte – se Marte abbia ospitato o meno la vita. Col passare delle settimane, intanto, le chance di successo stanno aumentando: due nuovi studi, infatti, rivelano che l’area scelta per l’atterraggio di Mars 2020 ha tutte le caratteristiche necessarie per la formazione di fossili organici.
Mars 2020, dove atterrerà il rover
Insomma: se in passato la zona era abitata probabilmente la Nasa ne troverà traccia. Il sito in questione è il cratere Jezero, situato sul lato uccidentale della grande Isidis Planitia, enorme pianura marziana con un diametro di circa 1.200 km nata dall’impatto di un asteriore sulla superficie del pianeta.
Il cratere era il delta di un antico fiume
In passato, quanto Marte aveva un’atmosfera e grandi bacini di acqua sulla superficie, il sito di discesa scelto per Mars 2020 era il delta di un antico fiume. Si tratta, quindi, si un luogo perfetto per trovare tracce di forma di vita, presumendo che anche su Marte proprio come sulla Terra la vita avesse avuto origine in un ambiente acquatico.
Il primo dei due nuovi studi
Due, come abbiamo detto, i nuovi studi: il primo pubblicato su Geophysical Review Letters. Utilizzando i dati raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter, un team di ricerca ha dimostrato che nell’area sono presenti quantità importanti di silice idrato, minerale molto adatto alla formazione e alla preservazione di microfossili, ovvero inferiori al millimetro. Se così fosse, quelli che potrebbe incontrare Mars 2020 dovrebbero avere circa due miliardi di anni e potrebbero restituirci tracce biologiche degli antichi abitanti del pianeta rosso.
Il secondo dei due nuovi studi
L’altro studio è stato invece pubblicato sulla rivista Icarus. Anche in questo caso il team, coordinato da Briony Horgan, esperto di scienze planetarie della Purdue University, si è servito dei dati raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter, per studiare però la composizione dei minerali nel bordo interno del cratere. Le analisi hanno rilevato la presenza di carbonati, minerali molto resistenti che sulla terra contengono spesso fossili lungo le coste. Se Mars 2020 troverà qualche reperto fossile, bisognerà attendere ancora anni per poter confermare cosa contengono.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.