Acqua su Marte, che fine ha fatto?
Studiosi e astronomi si stanno ormai da tempo facendo questa domanda: che fine ha fatto l’acqua una volta presente su Marte? Al momento una risposta certa non c’è ancora, ma numerosi studi stanno provando a scoprirlo.
Acqua su Marte, nuova ipotesi: è “colpa” delle tempeste di sabbia?
Secondo un nuovo studio, c’è un’ipotesi non ancora presa in considerazione: a far sparire l’acqua, totalmente o in parte, sarebbero state le forti e grandi tempeste di sabbia, caratteristiche su Marte. Si tratta di tempeste quasi globali che coinvolgono, si legge su Notiziescientifiche.it, gran parte del pianeta.
Ma i problemi sono iniziati 4 miliardi di anni fa
Fin dagli anni 70 le navicelle spaziali della NASA e poi i rover inviati su Marte hanno rilevato le tempeste di sabbia. Per quanto riguarda l’acqua marziana, i problemi sarebbero iniziati circa 4 miliardi fa, quando il pianeta perse il suo campo magnetico: la scomparsa di questa barriera protettiva favorì le particelle solari nello strappare le particelle d’acqua dalla superficie del pianeta per disperderle nello spazio.
I risultati dello studio
Secondo un gruppo di studiosi, che ha utilizzatoi dati dell’ExoMars Trace Gas Orbiter (TGO), un orbiter lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea, sarebbero state proprio le tempeste di polvere ad aiutare questo processo. L’orbiter ha analizzato le molecole d’acqua marziane nel corso della tempesta di sabbia del 2018, durante la quale il TGO individuò una certa quantità di molecole d’acqua ad una distanza più alta nel cielo rispetto alla superficie, ovvero ad una distanza di più di 80 km al suolo.
Qual è la spiegazione?
Secondo un gruppo di studiosi, che ha utilizzatoi dati dell’ExoMars Trace Gas Orbiter (TGO), un orbiter lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea, sarebbero state proprio le tempeste di polvere ad aiutare questo processo. L’orbiter ha analizzato le molecole d’acqua marziane nel corso della tempesta di sabbia del 2018, durante la quale il TGO individuò una certa quantità di molecole d’acqua ad una distanza più alta nel cielo rispetto alla superficie, ovvero ad una distanza di più di 80 km al suolo.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.