I misteriosi segnali riflettenti su Marte
Nel luglio 2018 gli alcuni studi che riguardavano Marte hanno rilevato la presenza di misteriosi segnali riflettenti. Inizialmente, gli scienziati hanno ipotizzato che la fonte di questi segnali fosse da attribuire alla presenza di laghi sotterranei, nella porzione della calotta polare meridionale. Quindi, nonostante gli entusiasmi iniziali, la presenza di acqua in forma liquida all’interno di questi ipotetici laghi, ha creato più di una perplessità. Un nuovo studio, condotto dallo scienziato planetario Cyril Grima, attualmente impiegato presso l’Università del Texas (Institute for Geophysics), apre la strada a nuove interessanti teorie.
Le perplessità attorno la presenza di acqua
Presentando il proprio lavoro alla stampa, il professor Cyril Grima ha spiegato che le ricerche hanno avuto origine proprio a causa delle incertezze che ruotavano attorno alla possibile presenza di acqua liquida el sottosuolo di Marte. Lo scienziato ha chiarito: ”Affinché possa esserci dell’acqua liquida è necessario che l’ambiente risulti molto salato e con temperature elevate. Queste caratteristiche non corrispondono alle informazioni che noi oggi sappiamo riguardo questa specifica regione di Marte”.
Perché si cerca la presenza di acqua su Marte?
Nel 2018, nel corso delle ricerche, alcuni segnali radar sono stati rimbalzati appena sotto la superficie del pianeta, rivelando una macchia composta da materiale altamente riflettente, fino a 1,4 chilometri (0,87 miglia). La presenza di acqua avrebbe chiarito il fenomeno ma, stando alle dimostrazioni del professor Grima, è una possibilità da escludere. Da un punto di vista puramente scientifico, l’ubicazione di laghi sotterranei su Marte, avrebbe aumentato le possibilità di riscontrare forme di vita microbiche. Questo spiega il forte interesse della comunità scientifica nei riguardi dell’acqua.
Le conclusioni del nuovo studio
Ma se l’acqua non è responsabile dei segnali riflettenti, su chi ricadono i sospetti? Grima e il suo staff, attraverso sofisticate simulazioni, hanno trovato una risposta che trova numerosi pareri favorevoli. Secondo quanto osservato, le macchie nel sottosuolo di Marte potrebbero essere costituite da materiale argilloso congelato e da roccia vulcanica, ricca di ferro e altri metalli. Questa sensazionale scoperta può aprire la strada a numerose future missioni che, quindi, possono confermare o rigettare la teoria del professor Grima.
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