Marte, grandi fiumi come il Po sul pianeta rosso già diversi miliardi di anni fa: la scoperta di uno studio a guida italiana

Su Marte grandi fiumi come il Po erano già presenti 3,7 miliardi di anni fa: oggi probabilmente sepolti, scoperti grazie ai depositi ancora visibili

Marte - Foto Pixabay
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Marte, grandi fiumi come il Po sul pianeta rosso già diversi miliardi di anni fa: la scoperta di uno studio a guida italiana

Su Marte dei fiumi “simili” al Po erano presenti già 3,7 miliardi di anni fa: è quanto rivelato da uno studio internazionale pubblicato su Nature Communications da Francesco Salese della International Research School of Planetary Sciences (Irsps) dell’Università d’Annuncio di Pescara e dell’Università olandese di Utrecht. Secondo gli autori, come si legge su Ansa.it, sul pianeta rosso erano presenti già diversi miliardi di anni fa grandi fiumi che scorrendo creavano canali e banchi di sabbia, proprio come fa il Po.

I fiumi di Marte oggi probabilmente sepolti

Queste le parole di Francesco Salese, autore dello studio ed esperto di geologia planetaria che ha condotto la ricerca con William McMahon dell’Università di Utrecht: “Le caratteristiche della zona studiata indicano che su Marte, con altissima probabilità, c’erano molti grandi fiumi che oggi sono probabilmente sepolti”. Questi fiumi sarebbero esistiti, probabilmente, per un lungo periodo, anche oltre 100.000 anni. Tra i partecipanti allo studio anche ricercatori francesi, olandesi e britannici. Il fiume “rilevato” dallo studio attraversava, oltre 3,7 miliardi di anni fa, una grande pianura nel bordo nord-occidentale del bacino di Hellas nell’emisfero Sud di Marte, sfociando molto probabilmente nel bacino di Hellas.

I depositi dei fiumi ancora oggi visibili

Proprio il bacino di Hellas, su Marte, miliardi di anni fa avrebbe ospitato un lago profondo oltre 7 km e dal diametro di 2.300 km, il più grande lago sul pianeta rosso. I depositi del fiume sono attualmente visibili nella falesia marziana di Izola.I depositi fluviali sono stati scoperti grazie alle immagini inviate alla Terra dallo strumento HiRISE, ovvero High Resolution Imaging Science Experiment, del satellite Mars Reconnaissance Orbiter Mro) della NASA). Le immagini del satellite hanno permesso di individuare una struttura rocciosa ben esposta e preservata alta 200 metri, lunga un chilometro e mezzo e con pareti a picco: una falesia alta il doppio delle scogliere di Dover. 


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Le parole dell'autore dello studio

Quella individuata dallo studio si tratta, fa sapere Salese, della “prima evidenza di rocce sedimentarie esposte in falesia che mostrano canali formati da grandi fiumi attivi su Marte più di 3,7 miliardi di anni fa. Nella parete sono visibili strutture a forma di U, la più recente delle quali risale a 3,7 miliardi di anni fa, e che indicano il modo in cui il corso del fiume è cambiato nel tempo. I sedimenti si sono depositati in decine di migliaia di anni e ci dicono che su Marte dovevano esserci condizioni ambientali tali da permettere di avere corsi d’acqua di grande portata e un ciclo dell’acqua in cui le precipitazioni avevano un ruolo importante”.

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La chiave di lettura è la stessa usata sulla Terra

Secondo il geologo, quindi, evidenze geologiche di questo tipo sono anche cruciali per cercare forme di vita. Anche se “non è esattamente come leggere un giornale”, le immagini ad alta risoluzione hanno permesso di leggere le rocce marziane come se “fossimo davvero molto vicini”. Come ha osservato invece McMahon, la chiave di lettura delle rocce è la stessa che sulla Terra permette di ricostruire la storia geologica del nostro pianeta tramite i sedimenti. 

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.