Marte, il rover Curiosity trova molecole organiche: qualcuno ha abitato il pianeta rosso?

Il dottor Dirk Schulze rivela che i tiofeni rinvenuti dal rover Curiosity potrebbero "dimostrare" l'esistenza di forme di vita su Marte

epa08062582 (COMPOSITE) An undated handout composite photo made available by NASA shows illustrations of NASA's Curiosity (L) and Mars 2020 (R) rovers (issued 11 December 2019). While the newest rover borrows from Curiosity's design, each has its own role in the ongoing exploration of Mars and the search for ancient life. The Jet Propulsion Laboratory (JPL) is building and will manage operations of the Mars 2020 rover for the NASA Science Mission Directorate at the agency's headquarters in Washington. Next summer, Mars 2020 will be headed for the Red Planet. EPA/NASA/JPL-CALTECH HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
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Marte, il rover Curiosity trova molecole organiche: qualcuno ha abitato il pianeta rosso?

Molto importante la scoperta fatta nelle scorse ore su Marte dal rover Curiosity: il veicolo spaziale spedito sul pianeta rosso per operazioni di perlustrazione ha rinvenuto alcuni tiofeni, tracce di molecole organiche che lasciano spazio a un'ipotesi, su Marte c'è stata qualche forma di vita. A spiegarlo è l'astrobiologo tedesco Dirk Schulze dell’Università Statale di Washington (USA) in un articolo pubblicato sulla rivista Astrobiology.

La tesi dell'esperto

Il dottor Schulze rivela che i tiofeni, composti chimici rintracciabili in sostanze come carbone, petrolio greggio e tartufi bianchi, potrebbero esser stati creati su Marte da processi biologici, prima che essi diventassero a far parte a tutti gli effetti del suolo marziano. Da qui a dire che sul pianeta rosso c'è stata vita, ovviamente, ce ne passa ma sono in corso analisi e test per comprendere in che modo le molecole organiche si sono generate su Marte. Si ipotizza infatti che a creare i tiofeni potrebbe esser stato un processo non biologico o magari l'impatto di un asteroide o un meteorite sul pianeta.

Gli scenari

La speranza dell'uomo, indubbiamente, è quella di trovare altre forme di vita nell'Universo e studiarle. Il ritrovamento di questi tiofeni alimenta proprio questo desiderio di astronomi, scienziati e dell'umanità intera. Sarà Rosalind Franklin, il rover dell'Agenzia Spaziale Europea che verrà inviato su Marte nei prossimi mesi, a fare ulteriore chiarezza sulla questione. Anche se il dottor Schulze spiega che “la vera prova richiederà davvero che effettivamente inviamo le persone lì con un astronauta che guarda attraverso un microscopio e vede un microbo in movimento".


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Il passato di Marte

Come sappiamo milioni di anni fa Marte era un pianeta molto più caldo ed umido rispetto ad ora e questo clima avrebbe favorito lo sviluppo di colonie di batteri in grado di produrre tiofeni. Marte però ha cambiato il suo clima, diventando più secco e le reazioni dei tiofeni si potrebbero essere fermate, bloccate nel terreno del Pianeta Rosso per tutto questo tempo. Il problema però è che abbiamo solo una conoscenza parziale perché il campione raccolto dalla sonda si è danneggiato. Questo perché Curiosity riscalda i campioni che individua a più di 500 °C.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.