Missione Mars 2020, un dispositivo potrebbe produrre ossigeno anche sul suolo lunare
Questo dispositivo potrebbe rifornire di ossigeno i futuri viaggiatori che si recheranno su Marte: ecco come funziona
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Testato un dispositivo in grado di creare ossigeno dai sali di perclorato: ecco perchè potrebbe risultare prezioso per le future missioni su Marte
Qualora gli esseri umani decidessero di visitare Marte, potrebbero aver necessità di procurarsi tutte le risorse per sopravvivere a lungo, esplorare e rifornirsi prima del lungo viaggio di ritorno. Il pianeta rosso, anche se privo di acqua, può fornire alcune risorse preziose ad un ipotetico turista proveniente dalla Terra. La missione Mars 2020, lanciata a luglio, sta portando avanti un esperimento con esattamente questo obiettivo in mente. MOXIE, è un esperimento che mira proprio all'utilizzo delle risorse in situ dell'ossigeno su Marte, è una scatola non molto più grande di un tostapane che produce ossigeno dalla CO2 atmosferica. DA NON PERDERE Meteorite esplode nei cieli del Giappone- VIDEO.
Dalla salamoia di perclorato si potrebbe creare ossigeno
Mentre una versione molto più grande sarebbe necessaria per produrre ossigeno liquido per un razzo, MOXIE è dimensionato per produrre la quantità giusta di ossigeno che può soddisfare le necessità di una persona normale Pralay Gayen della Washington University di St. Louis (Missouri) ha testato un dispositivo che potrebbe attingere a una risorsa diversa: la salamoia perclorato che si ritiene esista nel terreno marziano in determinate aree. Il dispositivo può separare l'acqua contenuta nella salamoia, per produrre ossigeno e idrogeno puri.
Alcune aree della Luna sarebbero ricche di salamoie di perclorato
I sali di perclorato (ClO4) sono molto diffusi su Marte. Questi sali hanno un'affinità per le molecole d'acqua e possono raccogliere il vapore acqueo, trasformandosi in una salamoia con una temperatura di congelamento molto bassa. Ci sono prove di quantità considerevoli di quella che potrebbe essere questa salamoia sotto la superficie della regione polare settentrionale di Marte, e quantità minori potrebbero essere la spiegazione della presenza di strisce attive che a volte compaiono sui pendii marziani. Per testare questo dispositivo di elettrolisi i ricercatori hanno riprodotto delle condizioni ambientali assai simili a quelle di Marte. E' stato impiegato un catodo standard al platino-carbonio e uno speciale anodo al piombo-rutenio-ossigeno che i ricercatori avevano creato in precedenza. E' stato poi realizzato un mix con salamoia perclorato di magnesio e riempito lo spazio di testa in quel contenitore con CO2 pura per un'atmosfera simile a Marte. Il tutto è stato mantenuto a -36 ° C (-33 ° F). All'accensione, la salamoia scorreva attraverso il dispositivo, dividendosi in ossigeno gassoso puro catturato sul lato dell'anodo e gas idrogeno puro sul lato del catodo.
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I risultati dei test
Il dispositivo ha dato risultati soddisfacenti producendo circa 25 volte più ossigeno di quanto sia in grado di produrre MOXIE. MOXIE richiede circa 300 watt di potenza per funzionare mentre questo dispositivo richiede circa 12 watt. Inoltre, produce anche idrogeno che potrebbe essere utilizzato in una cella a combustibile per generare elettricità. E, stando a quanto hanno riferito i ricercatori, sarebbe più piccolo e leggero di MOXIE. Ovviamente occorreranno nuovi test anche per capire il livello di degradazione che questo dispositivo subirebbe nel corso del tempo, soprattutto in presenza di condizioni ambientali non propriamente ottimali come quelle di Marte.
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