
Le rocce oggetto di questo studio sono state scoperte da Perseverance nel cratere Jezero
Una ricerca pubblicata su Nature Communications Earth & Environment ha svelato antichi segreti che sarebbero rimasti nascosti per lungo tempo sulla superficie di Marte. Secondo quanto è stato scoperto dagli scienziati, il contenuto minerale delle rocce trovate nel cratere Jezero può essersi formato solo in condizioni molto calde e molto umide e questo dimostrerebbe come in passato sul pianeta Rosso sia stata abbondante la presenza di acqua.
La spiegazione degli esperti
Come ha avuto modo di spiegare Roger Wiens, uno scienziato planetario che lavora presso la Purdue University negli Usa, nel nostro pianeta “questi minerali si formano dove ci sono forti piogge e un clima caldo o in sistemi idrotermali come le sorgenti termali. Entrambi gli ambienti sono condizioni ideali per la vita come la conosciamo”. Insomma la roccia di Marte sarebbe stata esposta per molto tempo all’acqua corrente lasciando dietro di sé tutti quei sedimenti che sono stati individuati adesso sul pianeta rosso. Una scoperta davvero inattesa, soprattutto se si considera che Marte è un pianeta freddo e secco.
I misteri ancora irrisolti
L’aspetto di Marte nei primi eoni dopo la sua formazione rimane ancora un mistero difficile da risolvere. Le risposte a queste domande sul passato del pianeta rosso ci potrebbero chiarire definitivamente se questo pianeta in passato avrebbe potuto ospitare la vita. La storia di Marte è scritta sostanzialmente nelle sue rocce e la Terra ci ha insegnato il linguaggio per comprenderla. Il trucco è identificare le rocce salienti di Marte e trovare le informazioni da decodificare, un compito molto complicato soprattutto se si considera la grande distanza che separa il nostro pianeta dal suolo marziano. I rover della NASA, Curiosity e Perseverance, sono progettati per svolgere questa funzione come nostro proxy, con scienziati che dalla Terra ne gestiscono il controllo da remoto.
Lo straordinario lavoro di Perseverance
Le rocce oggetto di questo studio sono state scoperte da Perseverance nel cratere Jezero. Rocce come queste sono note come rocce galleggianti perché “galleggiano” sopra il substrato roccioso, essendo state trasportate dalla loro posizione originale da processi come l’erosione, l’erosione o l’acqua in un posto nuovo. Attraverso i comandi da remoto, gli scienziati hanno utilizzato il Laser Induced Breakdown Spectroscopy. Si tratta di uno strumento che spara un impulso laser su un minerale. Quell’impulso laser vaporizza una piccola quantità del minerale e lo eccita; lo strumento di spettroscopia studia quindi la luce emessa dagli atomi e dagli ioni nel vapore minerale mentre tornano al loro stato fondamentale, per analizzarne la composizione. Si è scoperto che queste rocce sono formate soprattutto da caolinite, un minerale argilloso silicato bianco e morbido che presenta molte differenze rispetto alla caolinite terrestre. Il suo aspetto è decisamente più compatto probabilmente a causa delle diverse condizioni meteorologiche su Marte..
Le sfide future
I ricercatori hanno anche identificato un minerale chiamato spinello. Qui sulla Terra, lo spinello è una pietra preziosa di magnesio e alluminio. Adesso la sfida sarà quella di capire dove si sono formate le rocce e questo potrebbe aiutarci anche a capire come si sono formate. Queste informazioni potrebbero anche rivelare indizi vitali sulla storia dell’acqua di Marte e sulla sua abitabilità in passato.
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