Nasce la Rete dei Cacciatori Italiani di Alieni
La caccia agli alieni non è un’utopia, anzi: quest’idea è sempre più viva nelle menti degli scienziati. Al punto da fondare la Rete dei Cacciatori Italiani di Vita Aliena, come riporta Ansa.it, un’organizzazione speciale nata proprio in Italia su iniziativa dell’Istituto Astrobiologico Italiano in collaborazione con la Società Italiana di Astrobiologia.
Come funziona e di cosa si occuperà
Come recita il nome, la Rete dei Cacciatori di Vita Aliena si occuperà di scoprire se ci sono altre forme di vita nell’Universo oltre a quelle sulla Terra. Penserete, nulla di più di ciò che stanno facendo NASA e compagnia bella preparando le spedizioni su Marte e (di nuovo) sulla Luna. In realtà non è così: si tratta di laboratori di astrobiologia in cui si combinano diverse scienze, dalla fisica alla biologia sintetica, dall’astrochimica alla chimica prebiotica passando per tante altre. “Il progetto – ha spiegato ad Ansa Raffaele Saladino, tra i responsabili del progetto – coinvolge sia la ricerca fondamentale, che punta a capire come la vita si sia originata sulla Terra e come possa essersi originata o potrà originarsi in altri pianeti, sia la ricerca applicata, che parte da queste nozioni di base per progettare gli strumenti innovativi destinati alle missioni spaziali, che cercano tracce di vita su altri pianeti e lune del Sistema Solare”. Chissà se la Rete dei Cacciatori di Vita Aliena riuscirà presto a scovare tracce di vita aliena.
Dove si svolgerà il progetto
Il progetto riguarderà circa 80 ricercatori sparsi tra le università della Tuscia di Viterbo, Federico II di Napoli, La Sapienza e Tor Vergata a Roma, altri atenei di Torino, Bologna, Trento, L’Aquila e Parma più il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Gli esperti dell’Istituto Astrobiologico Italiano, inoltre, sono già impegnati nei prossimi progetti di sbarco sulla Luna e su Marte.
Ecco quali sono le località più suggestive da visitare per le persone che in futuro si recheranno su Marte
Quando, in un futuro prossimo, sarà possibile visitare Marte, ci sarà da sbizzarrirsi sui luoghi suggestivi che i turisti spaziali potranno visitare. E’ un pianeta che pullula di enormi vulcani, canyon profondi e crateri che possono anche contenere acqua corrente. I posti che si potranno visitare saranno in pianura per ragioni di sicurezza. Il sito Space.com ha fatto un elenco e una descrizione dei luoghi più suggestivi che si possono visitare sul pianeta rosso.
Il Monte Olimpo
Il monte Olimpo, ad esempio, è uno dei luoghi da annoverare fra le attrazioni più affascinanti di Marte. E’ il vulcano più grande del sistema solare. Situato nella regione vulcanica di Tharsis, ha circa le stesse dimensioni dello stato dell’Arizona in grado di raggiungere una altezza di 25 chilometri, in pratica tre volte l’altezza dell’Everest.
La regione del Tharsis
Non sarà difficile da scalare per chi vorrà farlo tenuto conto che la sua pendenza media è solo del 5 percento. Ma il Monte Olimpo non è l’unico vulcano che vale la pena di osservare. La regione del Tharsis ospita 12 giganteschi vulcani, alcuni molto più grandi di quelli presenti sulla Terra, presumibilmente perché Marte ha un’attrazione gravitazionale più debole che consente ai vulcani di espandersi in altezza.
Il Valles Marineris
Marte ospita anche il canyon più grande: Valles Marineris. Si tratta di un canyon della lunghezza di 3000 km, in pratica quattro volte più lungo del Grand Canyon, che ha una lunghezza di circa 800 km). Ancora gli astronomi non sono riusciti a capire come si possa essere formato ma esistono varie teorie sulla sua formazione. Molti scienziati suggeriscono che quando si formò la regione di Tharsis, contribuì alla crescita di Valles Marineris. La lava che si muoveva attraverso la regione vulcanica ha spinto la crosta verso l’alto, che ha rotto la crosta in fratture in altre regioni. Nel tempo, queste fratture hanno dato vita proprio alla Valles Marineris.
Le due regioni ghiacciate collocate nei due poli
Per gli amanti del freddo, si possono anche visitare due regioni ghiacciate collocate nei poli. Durante l’inverno, secondo la NASA, le temperature vicino ai poli nord e sud sono così rigide da condensare l’anidride carbonica sulla superficie. Nelle stagioni meno fredde accade il processo inverso. L’anidride carbonica sublima nuovamente nell’atmosfera e scompare completamente nell’emisfero settentrionale, lasciando una calotta di ghiaccio d’acqua. Questi fenomeni atmosferici generano venti e altre conseguenze che caratterizzano proprio il clima di questo affascinante pianeta, tutto da scoprire.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.