Oumuamua, mistero risolto? Non è una stella né un asteroide: ecco di cosa si tratta. Il nuovo studio
Oumuamua, un nuovo studio prova a fare chiarezza sulla sua classificazione: il misterioso visitatore interstellare è un iceberg di idrogeno? Perché questa teoria trova riscontri
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Oumuamua, mistero risolto? Non è una stella né un asteroide: ecco di cosa si tratta. Il nuovo studio
Una stella o un asteroide, cos’è Oumuamua? Probabilmente nessuna delle due cose. Scoperto nel 2017, il curioso visitatore interstellare è ancora avvolto da un alone di mistero. Non sappiamo ancora bene di cosa si tratti, ma questo strano sasso spaziale è riuscito fin da subito ad attirare su di se l’attenzione di esperti e addetti ai lavori. Diversi gli studi effettuati su questo oggetto, che ha un’insolita forma a sigaro e non trova una precisa classificazione (addirittura secondo qualcuno sarebbe una navicella aliena).
Oumuamua è un iceberg di idrogeno?
Un nuovo studio, però, sembrerebbe offrire una valida spiegazione in grado di sciogliere ogni dubbio: come si legge su Globalscience.it, infatti, Oumuamua altro non sarebbe che un iceberg fatto di idrogeno, che ha avuto origine nel cuore di una gigantesca e gelisa nube molecolare, un enorme vivaio stellare capace di contenere abbastanza gas da formare decine di migliaia di stelle. All’interno di questo tipo di nube molecolare le temperature sono molto basse e possono scendere a pochi gradi sopra lo zero assoluto: proprio questa è condizione necessaria affinché l’idrogeno diventi solido.
Come si è generato Oumuamua?
Per generare un Oumuamua le molecole di idrogeno congelate si sarebbero attaccate alla polvere di nube, dando vita ad un grande blocco di ghiaccio: si tratta comunque di un processo molto lungo, che avrebbe potuto richiedere anche alcune centinaia di migliaia di anni solo per produrre un iceberg di poche centinaia di metri come, per l’appunto, Oumuamua. Dopo essersi solidificato, l’iceberg di idrogeno potrebbe essere stato catapultato nello spazio interstellare dalla forza di gravità delle protostelle.
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Lo studio risolve anche alcuni misteri
Questa nuova teoria, presente in uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, trova riscontro grazie a quanto accaduto dopo l’ingresso di Oumuamua nel Sistema Solare: l’oggetto, infatti, ha iniziato a subire l’influenza delle emissioni solari, che hanno provocato la sublimazione dell’idrogeno sulla sua superficie. Proprio questo potrebbe spiegare non solo la sua insolita forma a sigaro, delineatasi man mano che si avvicinava al sole, ma anche la sua accelerazione anomala.
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Oumuamua non è l'unico visitatore interstellare nel suo genere
L’idrogeno emesso a causa della sublimazione, infatti, potrebbe aver generato l’anomala accelerazione di Oumuamua. Secondo il team che ha effettuato lo studio, comunque, Oumuamua potrebbe non essere l’unico visitatore interstellare nel suo genere: potrebbe, anzi, esistere un’abbondante popolazione di oggetti simili che occasionalmente potrebbero fare il loro ingresso in qualche sistema stellare anche diverso dal nostro.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.
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